venerdì 14 agosto 2009

NUOVO SITO DI CALCIO INGLESE!

Questo blog ha cessato l'attivita'... ora esiste un intero sito tutto dedicato al calcio inglese: www.englishfootball.it

Visitalo subito, e' completamente gratuito e pieno di notiziee rubriche, senza contare il Fantacalcio Inglese con premi in palio!

www.englishfootball.it

mercoledì 15 luglio 2009

IL MANCHESTER CITY FA SUL SERIO

Non piu' di undici anni fa, la sponda blu della Manchester calcistica si apprestava ad iniziare la prima - e unica nella storia del club - stagione in Division Two, la serie C di allora. L'annata 1997/98 era stata probabilmente la peggiore di sempre: dopo un campionato vissuto costantemente nei bassifondi della serie cadetta (in cui erano arrivati solo due anni prima), Il City allenato da Joe Royle era stato condannato a una tragica retrocessione dalle contemporanee vittorie all'ultima giornata di Portsmouth, QPR e Port Vale.

Come possono cambiare velocemente le cose. Oggi, a poco piu' di un decennio da quel disastro, i tifosi dei Citizens sono pervasi da un ottimismo che - probabilmente - non si vedeva dalla "glory era" alla fine degli anni '60. I nuovi proprietari dell'Abu Dhabi United Group stanno mantenendo le promesse, e la squadra che si sta sviluppando sembra effettivamente avere le potenzialita' per intaccare il dominio delle Big Four (Arsenal, Chelsea, Liverpool e Man Utd) ai vertici della Premier League.

L'arrivo di Carlos Tevez - ufficializzato ieri - e' particolarmente significativo: l'Argentino e' un giocatore di livello internazionale nel fiore degli anni, che praticamente tutte le squadre vorrebbero avere e che, particolare non da poco, fino all'anno scorso giocava con gli odiati cugini del Manchester United. Alex Ferguson, probabilmente, non ha voluto fare troppi sacrifici per trasformare il prestito biennale in acquisto, o forse si e' deciso a farli quando era troppo tardi. Fatto sta che ieri Tevez e' diventato un giocatore del City, e possiamo immaginare le reazioni dei suoi nuovi tifosi a eventuali gol nei derby...

Tevez si aggiunge a Gareth Barry e Roque Santa Cruz nella lista di affari conclusi quest'estate. Una campagna gia' importante, ma che non sembra assolutamente giunta al termine: secondo i giornali Inglesi, l'acquisto di Adebayor dall'Arsenal e' vicinissimo, cosi' come quello del difensore Joleon Lescott dall'Everton. Senza contare la mega-offerta messa sul tavolo del Chelsea per il capitano della nazionale John Terry: inizialmente sembrava una di quelle sparate senza alcuna possibilita' di riuscita, poi pero' i silenzi del giocatore e del suo agente hanno cominciato a destare qualche sospetto. L'operazione non dovrebbe andare in porto, ma la quote offerte dai bookmakers (2.35 la cessione, 1.5 la permanenza a Londra) fanno capire che, di fronte a montagne di sterline, nulla e' impossibile.

Qui si torna alle questioni morali: quanto e' giusto, o benefico per il calcio, che una societa' costruisca il successo esclusivamente sulla base di uno strapotere economico? Un elemento di anti-sportivita' e' certamente presente, ma di sicuro non si puo' accusare il Man City di aver creato il fenomeno (vedi Chelsea di Abramovich o Real Madrid di Perez, giusto per citarne un paio). La realta' e' che e' impossibile puntare il dito contro questa o quell'altra societa': i modus operandi delle grandi squadre sono uguali, cambiano solo i mezzi a disposizione. Pero', e' difficile negare che la possibilita' che un calciatore guadagni 15 milioni all'anno (pare sia questa l'offerta fatta a Terry), e che altri guadagnino gia' cifre appena inferiori, ha in se' qualcosa di profondamente sbagliato.

L'unica soluzione - se davvero si intende cambiare rotta - sarebbe l'introduzione di un salary cap internazionale, un obbligo di tetto salariale da estendere a tutte le societa' che vogliono essere riconosciute da UEFA, FIFA e qualsiasi altro organo ufficiale. Chiunque puo' fare una vita da signore con uno o due milioni all'anno...chi ha detto che un calciatore non puo' essere felice se non ne porta a casa almeno 6 o 7? Non dimentichiamoci che la maggior parte delle societa' sono indebitate.

Questi sono problemi del calcio in generale la cui soluzione, ahime', non e' neppure all'orizzonte. Di sicuro, chi non se ne preoccupa per nulla sono i tifosi del Manchester City: per la prima volta nella vita di tutti quelli con meno di 50 anni, la loro squadra sta mostrando vera ambizione di tornare a vincere.

venerdì 10 luglio 2009

IL (FIN QUI) STRANO MERCATO DEL MANCHESTER UNITED

Quando, poco piu' di un mese fa, la notizia del trasferimento-record di Cristiano Ronaldo al Real Madrid e' diventata ufficiale, gran parte dei tifosi dei tricampioni in carica ha reagito con un misto fra stupore e ottimismo. Certo, la partenza di uno dei massimi talenti calcistici del decennio - con tanto di pallone d'oro 2008 - non puo' che essere negativa per qualsiasi squadra, ma oltre 90 milioni sono una cifra in grado di soddisfare qualunque sogno di nuovi fuoriclasse e artisti del pallone.

A breve e' seguita la conferma dell'abbandono di un altro beniamino dell'Old Trafford, quel Carlos Tevez che in due anni di prestito ai Red Devils si e' guadagnato lo status di idolo dei tifosi piu' per l'abnegazione alla squadra e lo spirito battagliero - sempre amato in Inghilterra - che per il numero di gol. Anche in questo caso, il dispiacere e' stato mitigato dall'idea che forse i 35 milioni chiesti da Kia Joorabchian, la strana figura di amico-agente-proprietario di Tevez, potevano essere investiti in modo piu' accorto da qualche altra parte.

Da quel momento, le mosse del club - sempre dirette dal potentissimo manager Ferguson - sono state abbastanza singolari. La prima - l'acquisto di Luis Antonio Valencia del Wigan - era nell'aria da mesi. Anche se a qualcuno 19 milioni sono sembrati eccessivi - Valencia ha disputato un ottimo campionato ma non ha esattamente mostrato numeri da fuoriclasse o gran propensione al gol - l'idea generale era che il 23enne Ecuadoregno costituisse un valido rinforzo in attesa del colpaccio che avrebbe fatto dimenticare Ronaldo.

Detto colpaccio, pero', non si e' ancora materializzato. Il secondo acquisto estivo - o meglio acquisizione visto che non ci sono stati esborsi - e' stato come un fulmine a ciel sereno. Non piu' di una settimana prima dell'annuncio, i bookmaker Inglesi erano disposti a pagare il passaggio di Michael Owen al Man Utd 66 a 1. Owen, ex ragazzo prodigio del calcio Inglese, con i suoi infortuni ricorrenti sembrava destinato ad approdare a una squadra di media o medio-bassa classifica (la societa' piu' interessata sembrava essere l'Hull!). Poi a Ferguson e' nata l'idea, e dopo una telefonata, un pranzo col giocatore e una visita medica (definita "severa") un quasi incredulo Owen era' gia' su tutte le prime pagine dei giornali con tanto di maglia dei Red Devils addosso.

Per giudicare accuratamente questa mossa bisognerebbe conoscere i dettagli del contratto: l'idea di avere Owen ha costo zero avra' fatto gola a tutti, ma sono le eccessive richieste di ingaggio del giocatore che hanno tenuto lontano tutte le altre societa'. E' possibile che Ferguson abbia deciso che valesse la pena rischiare un investimento 5 o 6 milioni all'anno? O che Owen si sia piegato ad accettare un contratto "a gettone" pur di riassaporare il calcio di vertice? Le due ipotesi sembrano altrettanto improbabili, quindi la realta' dovrebbe stare da qualche parte nel mezzo. Quello che e' certo e' che l'Owen che semina in velocita' la difesa Argentina nel '98, o che segna a raffica per il Liverpool a cavallo dei due millenni, non e' che un lontano parente del giocatore visto negli ultimi 4-5 anni: un attaccante che ha perso buona parte della sua velocita', spesso fuori per infortunio, che sopravvive grazie all'innato - e sempre importantissimo - senso del gol.

Ma chissa', questo acquisto potrebbe rivelarsi un altro mezzo colpo di genio di Sir Alex: avendo solo da pagarne lo stipendio, chi potrebbe obiettare se il ritorno fossero 15-20 gol stagionali, molti dei quali decisivi? Un goleador non smette mai di essere tale, e nonostante i dubbi (legittimi) non c'e' dubbio che Owen appartenga alla categoria.

Il discorso, pero', e' che c'e' sempre un Ronaldo da sostituire. Ecco quindi - notizia fresca di qualche giorno - l'acquisto di... Gabriel Obertan. No, neanche noi ne avevamo mai sentito parlare (se non in Pro Evolution Soccer, come giovane francese dall'ottimo potenziale per la Master League); di lui si sa che ha solo 20 anni (bene), puo' giocare da ala destra o in attacco (bene), e che l'anno scorso il Bordeaux lo ha ceduto in prestito al Lorient perche' non trovava spazio (mh). Non che sia costato molto - si parla di 3 milioni e mezzo - ma il suo arrivo ha lasciato sbigottiti non pochi tifosi, che cominciano a temere che di grandi nomi non ne arrivera' neanche uno. Come sempre, bisogna fare attenzione a sottovalutare la lungimiranza di Ferguson, ma di sicuro gli acquisti fin qui conclusi stanno facendo un po' preoccupare anche i sostenitori incondizionati (cioe' quasi tutti) dell'allenatore Scozzese.

Con Benzema strappato dal Real di "spendaccione" Perez e Ribery valutato eccessivamente dal Bayern, gli obiettivi primari sembrano essere sfuggiti. C'e' ancora spazio per una sorpresa (non stupirebbe se di punto in bianco arrivasse a Manchester uno come Eto'o), ma se non dovessero arrivare campioni gia' affermati, per Ferguson la stagione 2009/10 potrebbe essere la piu' difficile e stimolante degli ultimi anni: continuare a vincere avendo rimpiazzato Tevez e Ronaldo con giovani promettenti e un attaccante sul viale del tramonto sarebbe la sua definitiva consacrazione - ammesso che ce ne sia bisogno - sul trono dell'allenatore piu' di successo di tutti i tempi. E la storia calcistica degli ultimi 20 anni ce lo ha insegnato a piu' riprese: mai, mai sottovalutare o dare per sconfitto il Manchester United.

martedì 30 giugno 2009

ETO'O L'ULTIMO DI UNA SERIE DI RIFIUTI

Trasformare una squadra di meta' classifica in una vera candidata a vincere campionato e Champions' League, o anche solo a qualificarsi per quest'ultima, e' un processo lungo e complicato. Lo stanno scoprendo i proprietari del Manchester City, che nonostante il notevole spirito d'iniziativa e la disponibilita' economica pressoche' illimitata stanno incassando parecchi "no" importanti.

L'ultimo ad aggiungersi alla lista degli inseguimenti falliti e' Samuel Eto'o, che tramite i suoi agenti ha comunicato di non voler accettare un'offerta che lo avrebbe reso il giocatore piu' pagato d'Inghilterra con a uno stipendio di non meno di 10 milioni netti all'anno.

Il Barcellona - per cui Eto'o ha segnato nella finale di Champions' League - non e' particolarmente interessato a cedere il Camerunense ma - come confermato dal presidente Laporta - non avrebbe potuto rifiutare un'offerta di oltre 30 milioni per un giocatore a un solo anno dalla scadenza del contratto. Il rifiuto, quindi, e' stato unicamente del diretto interessato, che non si e' lasciato convincere a scambiare il Camp Nou con Eastlands. Per Mark Hughes, comunque, la consolazione dovrebbe arrivare a breve sotto forma di Carlos Tevez, che si dice sia vicinissimo alla firma.

Kaka', David Villa, Eto'o: il numero di stelle che hanno chiuso la porta in faccia ai neo-proprietari del Man City continua ad aumentare. Lo sceicco Mansur e i suoi, pero', non sono gli unici a doversi scontrare contro un apparente riluttanza ad attraversare la Manica per misurarsi con la Premier League.

La situazione e' peculiare: le squadre Britanniche sono costantemente al top in Europa (se non fosse per il Barcellona si potrebbe parlare di dominio) e la Premier League e' il campionato piu' seguito al mondo sia allo stadio che in televisione, eppure la difficolta ad attirare le superstar - o a trattenerle - non sembrano diminuire.

Guardiamo al Manchester United: tre campionati e due finali di Champions consecutive, uno stadio fantastico sempre pieno, eppure il loro giocatore piu' decisivo degli ultimi anni non ha mai nascosto il forte desiderio di accasarsi col Real Madrid, squadra che negli ultimi anni - a livello continentale - non ha rimediato che figuracce. La disponibilita' economica del presidente Perez e' stata ovviamente un fattore determinante, ma come dimostra l'esempio del Man City, i soldi da soli non sarebbero stati sufficenti. E' stata la volonta' di Ronaldo a rendere la cessione inevitabile.

Che dire del Liverpool? Gli Scousers vengono da un campionato eccellente, sono tra le squadre europee piu' temute e quest'anno hanno grandissime possibilita' di riportare il titolo ad Anfield per la prima volta in vent'anni. La nuova Premier League non e' mai stata vinta dai Reds, e ogni componente della squadra verrebbe ricordato come membro di un'impresa memorabile; eppure, sia Xabi Alonso che Javier Mascherano hanno mostrato non poco interesse alla possibilita' di trasferirsi rispettivamente a Madrid e Barcellona.

E' tutt'altro che certo che anche solo uno dei due abbandoni effettivamente il Liverpool, ma quello che stupisce e' l'influenza che un approccio di una squadra della Liga esercita mediamente su un giocatore (escludendo quelli Britannici) rispetto ad una Inglese di pari livello. Non e' una situazione nuova, anzi fino a qualche anno fa - prima della decadenza del calcio Italiano - anche Inter, Milan e Juve potevano fregiarsi di questo "sex appeal" impalpabile ma determinante. Quello che stupisce e' che l'ascesa della Premier League al trono dei campionati continentali non abbia modificato questo status quo. Un giornale calcistico Inglese ha sottolineato come i grandi nomi, in Premier, possano arrivare solo da relativamente sconosciuti (Ronaldo, Fabregas), o a causa di rotture con le squadre precedenti (Robinho, Bergkamp), o palesemente a fine carriera, come Ballack e Shevchenko.

Il clima, il cibo, la lingua, il fatto di stare su un isola...stabilire con certezza quali siano i fattori piu' determinanti e' imposssibile. Cio' che e' certo, pero', e' che giocatori come Kaka' o Villa non arrivano in Inghilterra a meno che per disperato bisogno di resurrezione calcistica e/o monetaria.

Questo discorso vale solo per i giocatori piu' spettacolari e "glamorous" in circolazione, ovviamente... Il 99% dei calciatori e' assolutamente entusiasta all'idea di giocare in Premier League. Uno fra questi e' Yuri Zhirkov, il fortissimo laterale sinistro Russo che ha completato il suo passaggio al Chelsea.

L'acquisto del 25enne ex CSKA Mosca era gia' stato annunciato qualche settimana fa prima di alcune complicazioni, forse legate all'attesa per la conferma di Carlo Ancelotti come nuovo allenatore. Oggi pero' l'operazione e' stata confermata dalla societa' di Londra, che sborsera' circa 22 milioni di Euro.

Sara' interessante vedere come Ancelotti intendera' fare uso del suo nuovo acquisto: Zhirkov e' principalmente un terzino sinistro ma, vista la presenza dell'intoccabile Ashley Cole, non e' difficile ipotizzare un utilizzo a centrocampo.

Fra le neopromosse - che piu' di chiunque altro hanno bisogno di rinforzi - da segnalare il bel copo dei "Lupi" di Wolverhampton che hanno preso Kevin Doyle, attaccante 25enne di Reading e nazionale Irlandese. Doyle ha giocato coi Royals per quattro stagioni e l'anno scorso li ha seguiti in Championship dopo la retrocessione nel 2007/08, ma non ha potuto rifiutare l'opportunita' di rimettersi alla prova nella massima serie.

Sul fronte prestiti, mosse intelligenti per Birmingham e West Ham: i Blues - anch'essi al ritorno in Premier - si sono assicurati per tutta la stagione il promettente portiere del Man City Joe Hart, mentre gli Hammers di Zola potranno contare sul cileno Jimenez, in arrivo dall'Inter.

lunedì 22 giugno 2009

ACQUISTI PER LIVERPOOL, ARSENAL E MANCHESTER CITY

Mentre la nostra nazionale raccoglie i cocci di una prestazione imbarazzante alla Confederations' Cup, in Inghilterra il mercato prende sempre piu' vita. In mezzo alle decine di voci e ipotesi piu' o meno inverosimili, in questi giorni alcuni trasferimenti importanti sono effettivamente stati portati a termine.

La notizia piu' recente riguarda il Liverpool, che ha confermato l'acquisto del terzino destro Glen Johnson dal Portsmouth. Il costo dell'operazione e' di quasi 21 milioni, cifra veramente notevole e - secondo alcuni - un po' esagerata. Sulle tracce del 24enne della nazionale, comunque, si era messo anche il Chelsea, apparentemente disposto a ricomprare il giocatore a oltre il quadruplo di quanto incassato due anni fa dal Portsmouth.

Johnson e' un terzino molto rapido e offensivo, che sulla destra puo' completare molto bene il roccioso Kuyt. A perdere il posto da titolare sara' l'affidabilissimo ma poco offensivo Arbeloa. Lo Spagnolo e' comunque in grado di operare su entrambe le fasce, e la sua versatilita' lo fara' rimanere una pedina importante dello scacchiere di Benitez per la prossima stagione.

Acquisto in difesa anche per l'Arsenal. Wenger, dopo aver riconosciuto la necessita' di rinforzare il reparto arretrato, ha portato all'Emirates Thomas Vermaelen, centrale dell'Ajax. Il 23enne Belga e' costato ai Londinesi circa 12 milioni, anche se la cifra esatta non e' stata confermata dalla societa'.

Vermaelen va ad aggiungersi a Toure e Gallas come candidato a titolare nel cuore della difesa. Wenger - a meno di cessioni - avra' comunque a disposizione diverse soluzioni, visto che almeno l'Ivoriano e' perfettamente in grado di giocare anche da terzino destro nel caso il titolare Sagna dovesse essere indisponibile.

Sorride anche Mark Hughes, che dopo un lungo inseguimento riesce a portare Roque Santa Cruz a Manchester, sponda City. L'attaccante Paraguaiano si riunisce con l'allenatore che nel 2007 lo porto' al Blackburn, e diventa il secondo acquisto estivo del Club dopo Gareth Barry.

Il 27enne ex-Bayern Monaco, dopo una prima stagione da rivelazione assoluta (23 gol in 43 partite coi Rovers), l'anno scorso ha sofferto a causa di alcuni infortuni. Il piu' recente lo ha obbligato a operarsi al ginocchio, ma ora e' completamente ristabilito, come confermato dal buon esito delle visite mediche sostenute ieri.

Santa Cruz si propone come perno centrale dell'attacco del Man City: grazie alla sua potenza, Hughes lo vede come elemento ideale per fare da sponda e favorire gli inserimenti di Robinho, Wright-Phillips e - se le idee dei bookmakers Inglesi sono indicative - a breve anche Carlos Tevez. L'argentino, infatti, tramite il suo agente ha confermato di avere terminato il rapporto con lo United, e un passaggio alla sponda blu di Manchester e' ormai quotato un misero 1.15 dalle agenzie di scommesse, gente che di solito ci vede giusto...

mercoledì 17 giugno 2009

IL CALENDARIO UFFICIALE 2009/10...E LE IMMANCABILI VOCI DI MERCATO

Noi calciofili accaniti, quelli a cui non piacciono le estati degli anni dispari, per non perdere la sana assuefazione al pallone siamo costretti a guardare la Confederations' Cup come se fosse il Mondiale, oltre e a leggere in continuazione articoli che ci dicono che Ribery e Villa verranno comprati da 12 squadre diverse e tutte insieme.

Ben venga quindi una notizia semplice e indiscutibile, che fra l'altro preannuncia il ritorno del calcio giocato made in UK: la Federazione Inglese ha publicato questa mattina il calendario ufficiale per Premier League, Championship, League One e League Two. (link per i calendari completi)

Si comincia il 15 Agosto e si replica subito tre giorni dopo. Le partite piu' appetitose della prima giornata sono Everton-Arsenal e Tottenham-Liverpool. Per i campioni in carica del Manchester United, invece, l'inseguimento al quarto titolo consecutivo inizia contro due neopromosse: prima all'Old Trafford col Birmingham, vincitore l'anno scorso della serie cadetta, poi a Turf Moor contro il Burnley, che festeggia il ritorno nella massima serie dopo 33 anni.

Per i Red Devils, la prima sfida di vertice e' prevista per il 29 Agosto, quando a far visita al Theatre of Dreams sara' l'Arsenal (ritorno il 30 Gennaio). Il 24 Ottobre sara' Anfield a ospitare i tricampioni in carica, e due settimane dopo - il 7 Novembre - la partita in casa col Chelsea chiudera' la prima tornata di sfide fra il Man U e le altre "Big Four".

Il Liverpool comincia a White Hart Lane prima di ospitare lo Stoke. Per i Reds il primo big match e' il 3 Ottobre, giorno della visita a Stamford Bridge, mentre il 12 Dicembre ad Anfield arriva l'Arsenal.

Per Carlo Ancelotti la prima partita ufficiale sulla panchina del Chelsea - in casa con l'Hull - dovrebbe essere indolore. I primi tre scontri diretti con le altre pretendenti al titolo (obiettivamente saranno ancora loro quattro...) sono concentrati fra Ottobre e Novembre. L'ultimo e' la trasferta all'Emirates Stadium del 29 Novembre: come per i politici, quindi, anche per Ancelotti il primo bilancio significativo si potra' fare a 100 giorni dall'inizio del campionato.

E ORA IL MERCATO...
A guardare i giornali inglesi - soprattutto i tabloid tipo Sun o Daily Mail - verrebbe da pensare a un'estate di gran fermento dal punto di vista dei trasferimenti. Le notizie a caratteri cubitali e le "Exclusive!" sbandierate in prima pagina sono piu' comuni di un gol sbagliato da Luca Toni, ma la realta' e' che il debito diffuso e la crisi economica hanno messo i freni a gran parte dei Club Inglesi, e gli affari conclusi continuano a essere pochissimi.

Chi qualche soldino da spendere ce l'ha e' Sir Alex Ferguson, che deve pero' pensare a rimpiazzare un certo Portoghese bravino...Ribery e' da tempo considerato l'acquisto ideale, ma la trattativa sembra essere bloccata dalle richieste astronomiche del Bayern. L'acquisto di Antonio Valencia del Wigan per una cifra attorno ai 15 milioni e' molto piu' vicino, ma al Man Utd del dopo-Ronaldo servira' parecchio di piu'.

David Villa, invece, e' stato menzionato almeno una volta in connessione con tutte le squadre Europee piu' ricche, quindi l'unica cosa da fare e' attendere qualcosa di concreto. Pare che ieri il giocatore abbia dichiarato che l'unica possibile destinazione Inglese sarebbe il Liverpool di Rafa Benitez, ma e' assai improbabile che l'allenatore Spagnolo abbia a disposizione i fondi necessari...per Villa le destinazioni piu' probabili restano Barcellona e Real Madrid. Secondo molti i Reds sono vicini all'acquisto del terzino destro di Portsmouth e nazionale Glen Johnson, anche se il prezzo (presunto) di quasi 20 milioni sembra un tantino esagerato...

Ancora nessun acquisto confermato per Arsenal e Chelsea: i Gunners sono sempre vicinissimi all'accordo col difensore Belga dell'Ajax Vermaelen, mentre in casa Blues, l'arrivo in panchina di Ancelotti ha permesso ai giornalisti piu' creativi di dare sfogo alla propria immaginazione; Pato, Pirlo e Gattuso sono stati a piu' riprese tirati in ballo, ma sarebbe una grossissima sorpresa se il Milan - gia' orfano di Kaka' - accettasse di privarsi di altri gioielli.

La notizia di oggi e' che gli Spurs si stanno fortemente interessando a un trio di giocatori che il Real Madrid potrebbe non volere piu', ossia Huntelaar, Heinze e Robben. Conoscere le idee di Florentino Perez, al momento, equivale ad entrare nella quarta dimensione, quindi evitiamo di esprimerci sulle effettive possibilita' dell'operazione...quello che e' certo e' che questi sarebbero acquisti fantastici per la squadra di Harry Redknapp.

Davvero pochino di concreto eh? Ecco allora qualche operazione conclusa...
Stephen Kelly dal Birmingham al Fulham (cifra non pubblicata)
Shkodran Mustafi (ottimo nome) dall'Amburgo all'Everton (cifra non pubblicata)
Nenad Milijas dalla Stella Rossa al Wolverhampton (3.5 milioni)
Scott Dann dal Coventry al Birmingham (4.5 milioni)

venerdì 12 giugno 2009

IL SETTEBELLO DI DON FABIO E I COLPI DI MERCATO

Sempre bene cominciare dal calcio giocato... Prosegue la love story di Fabio Capello con la nazionale inglese: con il 6-0 sulla modestissima Andorra di Mercoledi', i Three Lions si sono portati a 7 vittorie su altrettante partite di qualificazione ai Mondiali 2010, fra cui il sonoro 5-1 rifilato a Zagabria alla Croazia, che due anni prima aveva contribuito alla clamorosa esclusione degli Inglesi dall'Europeo 2008.

A meno di scivoloni clamorosi, il posto in Sud Africa per Rooney e compagni e' gia garantito. Per Capello, l'avventura britannica e' iniziata come meglio non avrebbe potuto: oltre ai risultati, la squadra sembra aver trovato quella sicurezza e quell'autorita' nella gestione del possesso palla che mancavano da decenni, e la fiducia di stampa e tifosi in Don Fabio - comprensibilmente - e' ormai quasi sacrale.

Estate, tempo di mercato...la notizia che i tifosi del Manchester United temevano da tempo e' arrivata: il pallone d'oro in carica Cristiano Ronaldo giochera' la stagione 2009/10 nel Real Madrid. Ai Blancos lo scherzetto costera' non meno di 80 milioni di sterline (94 milioni di euro al cambio di oggi).

E' il trasferimento piu' costoso di sempre, che supera il record stabilito pochi giorni fa dallo stesso Florentino Perez per portare Kaka' al Bernabeu. Si potrebbe discutere a lungo sulla moralita' dell'operazione o sul suo effettivo beneficio per il gioco del calcio...non c'e' dubbio che la politica iper-aggressiva del Real avra' fra gli effetti collaterali un rigonfio generale dei prezzi di mercato, con conseguente indebolimento delle squadre minori, ma il guidizio sulla vicenda e' una questione di opinione personale.

Dal punto di vista calcistico, per il Manchester United non puo' che essere un disastro. I tifosi piu' ottimisti citano la cifra stratosferica e il carattere non sempre simpatico di Ronaldo come mitigatori della perdita, ma la realta' e' che il Portoghese e' fra i giocatori piu' forti del mondo - se non il piu' forte come sostenuto da alcuni - e rimpiazzarlo davvero sara' impossibile. E' vero che coi soldi incassati - ammesso che la societa' li metta' tutti a disposizione del loro manager - Alex Ferguson potra' tranquillamente comprare un'ala e una punta di livello mondiale, ma per schierarli assieme serviranno due posti in squadra, mentre Ronaldo era come se occupasse entrambe le posizioni da solo.

Nelle ultime tre stagioni, il 24enne di Madeira e' stato il miglior marcatore dei Red Devils - spesso giocando da ala - oltre che il loro giocatore piu' pericoloso. Per Alex Ferguson, la gestione del dopo-Ronaldo sara' una sfida impegnativa.
Oltre a questa "bomba", per ora il mercato della Premier League sta vivendo di moltissime voci e pochi affari conclusi. Fra le firme ufficiali, spunta il nome di Gareth Barry, che 12 mesi fa sembrava destinato a passare dall'Aston Villa al Liverpool ed e' invece stato ceduto al Manchester City degli sceicchi di Abu Dhabi. L'operazione e' costata circa 14 milioni, non poco per un giocatore a un solo anno dalla scadenza del contratto.

I big spenders del Man City sono naturalmente al centro di molte delle trattative reali o presunte: fra le ipotesi piu' credibili e intriganti va menzionato l'interessamento per Carlos Tevez, che non ha nascosto di essere rimasto scontento del trattamento del Man United. La partenza di Ronaldo, pero', potrebbe in qualche modo cambiare la posizione dell'argentino.

Altri giocatori importanti sono sul piede di partenza, ma ancora non se ne conosce la destinazione: Santa Cruz del Blackburn, Valencia del Wigan, Adebayor dell'Arsenal e altri ancora. Ma il mercato e' ancora molto giovane e per le mosse definitive ci sara' da pazientare...

Da segnalare il neopromosso Birmingham, che ha abbattuto il record di spesa del Club (la cifa non e' stata resa pubblica ma si immagina attorno ai 10 milioni) per portare in Inghilterra Cristian Benitez, 23enne attaccante ecuadoregno prelevato dai Messicani del Santos Laguna.

Stando ai giornali Inglesi, anche il Chelsea del neo-allenatore Ancelotti ha in serbo qualche colpo: per i Blues vengono ipotizzati interessamenti per giocatori del calibro di Villa e Ribery (quest'ultimo da tempo nel mirino anche del Manchester United) oltre che per i pupilli di Ancelotti Pirlo e Pato, che pero' Leonardo ha dichiarato incedibili. Non ancora confermato, invece, l'arrivo di Yuri Zhirkov dallo Spartak Mosca, che la settimana scorsa veniva dato come sicuro.

sabato 6 giugno 2009

SORRIDONO CAPELLO E TRAP

L'Inghilterra gioca abbastanza male per un'ora ma regola il modesto Kazakhstan 4-0 e lascia il Central Stadium di Almaty con in tasca la sesta vittoria su altrettante partite di qualificazione al mondiale 2010. Per i Three Lions il biglietto per il Sud Africa e' quasi staccato. (la situazione nel gruppo 6)

La partita comincia in modo inaspettato, con i Kazaki vicinissimi al gol al 1' a seguito di un errore di Glen Johnson, che perde palla in posizione difensiva. L'Inghilterra fa fatica a trovare fluidita' di gioco, e addirittura arriva il gol dei padroni di casa, ma il colpo di testa di Ostapenko viene giustamente annullato per fuorigioco.

Passata la paura, l'Inghilterra comincia a far pesare l'enorme divario tecnico, mentre la difesa kazaka mostra tutti i suoi limiti: prima Barry viene lasciato tutto solo su calcio d'angolo, poi su un lancio deviato il portiere Mokin riesce solo a smanacciare sui piedi di Heskey, che ringrazia e segna il suo ottavo gol con la maglia della nazionale.

Il 2-0 con cui si chiude il primo tempo e' forse generoso per l'Inghilterra, che pero' nella seconda frazione legittima la sua superiorita'. Dopo venti minuti a ritmo rallentato, alla squadra di Capello basta accelerare minimamente il ritmo per vedere il proprio vantaggio raddoppiato. Prima tocca a Rooney, che con tenacia e classe riprende una respinta del portiere e insacca nell'angolo opposto con una pregevole semirovesciata; poco dopo, anche il nome di Lampard si aggiunge al tabellino, grazie a un rigore assegnato per una trattenuta su Heskey.

Per la nazionale inglese, la partita di oggi non puo' essere considerata un vero esame. La classifica, pero', e' quanto di meglio si potesse sperare: 6 partite, 18 punti, 20 gol fatti e 4 subiti. L'impatto di Capello e' stato immediato, e l'Inghiterra calcistica sta ricominciando a sognare.

Va bene anche all'Irlanda di Trapattoni, che torna dalla delicata trasferta bulgara con un pareggio preziosissimo che li lascia imbattuti e stabilmente al secondo posto nel gruppo 8.

I Verdi si portano in vantaggio con un colpo di testa di Richard Dunne (che poi sara' eletto migliore in campo), lasciato colpevolmente solo in mezzo all'area. Peccato per l'amnesia difensiva che dopo appena 5 minuti regala il pareggio alla Bulgaria. Particolarmente colpevole Kilbane, che perde il tempo per la chiusura. Il terzino sinistro irlandese, comunque, si riscattera' giocando la solita partita tutto cuore, allo stesso modo di tutti i suoi compagni di reparto.

Nel secondo tempo la Bulgaria spinge e domina il possesso, ma non riesce a produrre veri pericoli per la porta di Shay Given. Finisce 1-1 e per l'Irlanda si rafforzano ulteriormente le chance di assicurarsi almeno il secondo posto nel gruppo.

Complimenti al Trap, che con un gruppo di giocatori tutto sommato limitato e' riuscito a ridare ai Boys in Green quella solidita' che era andata persa nelle disastrose gestioni dei precedenti allenatori Kerr e Staunton. Chi ancora si lamenta della mancanza di spettacolo farebbe bene a ricordare il periodo di Jack Charlton, che nel 1990 regalo' al paese il sogno di un quarto di finale ai mondiali con un gioco a dir poco mediocre.

KAZAKHSTAN-INGHILTERRA 0-4
Barry 40', Heskey 45', Rooney 72', Lampard 77'

Kazakhstan (4-5-1)
Mokin; Kislitsyn, Logvinenko, Kirov, Abdulin; Averchenko, Skorkych, Nusserbayev, Karpovic, Kukeyev; Ostapenko (27' Ibrayev)

Inghilterra (4-4-1-1)
Green, Johnson (75' Beckham), Upson, Terry, Cole; Walcott (46' Wright-Phillips), Barry, Lampard, Gerrard; Rooney; Heskey (80' Defoe)

BULGARIA - IRLANDA 1-1
Dunne(I) 24', Telkiyski(B) 29'

Bulgaria (4-4-2)
Ivankov, Milanov, Manolev, Tomasic, Kishishev; Angelov, Petrov, Telkiyski (81' Dimitrov), Petrov; Berbatov, Bozhinov (59' Makriev)

Irlanda (4-4-2)
Given, O'Shea (81' Kelly), Dunne, St.Ledger, Kilbane; Duff, Andrews, Whelan, S.Hunt (71' McGeady); Keane (84' Best), Folan

mercoledì 3 giugno 2009

I MOMENTI PIU' DIVERTENTI DELLA STAGIONE

Con la finale di FA Cup di Sabato scorso, si e' chiuso il 2008/09 del calcio inglese. Oltre alle emozioni di calcio giocato, che come sempre non sono mancate, l'annata appena terminata ci ha regalato alcuni episodi che si sono distinti per la loro stranezza. Ecco i momenti piu' inusuali, divertenti e scioccanti della stagione appena conclusa...

6) BENT E LA MOGLIE DI REDKNAPP
"Impossibile avere un'occasione migliore di quella per vincere una partita. Mia moglie avrebbe segnato. Bent non aveva una parte della porta libera a cui mirare, aveva l'intero specchio - e ha messo a lato. Incredibile". Queste le parole di "sensibilita'" Harry Redknapp dopo un errore sotto porta dell'attaccante della sua squadra Darren Bent. Nessuno ha potuto verificare se la moglie Sandra sia effettivamente in grado di trasformare in gol occasioni di quel tipo, ma quello che e' certo e' che 'Arry in quel periodo non stava leggendo il saggio "Come motivare i tuoi giocatori".

5) ESPULSO PER ABUSI AL COMPAGNO
Capita spesso di vedere compagni di squadra richiamarsi e urlarsi contro dopo gol subiti, ma Ricardo Fuller dello Stoke, in una partita di Dicembre conto il West Ham, e' andato un po' oltre. Irritato col suo difensore (e capitano) Andy Griffin per aver permesso a Carlton Cole di segnare agevolmente, Fuller si dirige verso il colpevole e gli somministra uno schiaffo in piena regola. I compagni evitano che il battibecco degeneri, ma l'arbitro estrae il cartellino rosso per l'attaccante Giamaicano. Ecco il filmato dell'episodio.
Nello stesso filone, da segnalare il buon tentativo di Carragher e Arbeloa. E ovviamente i maestri del litigio fra compagni: Dyer e Bowyer del Necastle nel 2005.

4) PHIL BROWN E L'INTERVALLO IN CAMPO
Avendo gia' destato perplessita' per l'eccessiva tintarella artificiale, i riferimenti a se' stesso in terza persona e il microfono con auricolare stile-Britney Spears, l'allenatore dell'Hull si fa notare per un'altra stranezza al City of Manchester Stadium. Dopo il primo tempo i suoi sono sotto di 4 gol e, invece che farli rientrare negli spogliatoi, Brown li obbliga a restare seduti sul campo, come un gruppo di scolari indisciplinati, per una bella predica pubblica con tanto di dito accusatore. Cio' che segue questo bizzarro tentativo di motivazione e' una serie di otto sconfitte consecutive, oltre alle voci di malcontento diffuso dei giocatori. Phil Brown, un genio della comunicazione.

3) DROGBA PERDE IL CONTROLLO
"Hey! It's a disgrace, a fucking disgrace!"; Queste le parole urlate da Didier Drogba alla telecamera-mondovisione al termine della semifinale di ritorno di Champions' League, dopo che un gol di Iniesta al 95' e un arbitraggio discretamente scandaloso del Norvegese Henning Ovrebo avevano privato il Chelsea di un posto in finale. Ulteriore chicca da parte di Sky Sports inglese, che ripropone il filmato coprendo col "beep" la parola "disgrace" ma lasciando "fucking" perfettamente comprensibile. Ah, ora i bambini sono salvi...
Da segnalare anche alcuni ottimi remix dell'episodio.

2) IL GOL PIU' INESISTENTE DELLA STORIA
Questa chicca arriva dalla Championship, e precisamente dalla partita Reading-Watford di Settembre. Ecco il video - John Eustace del Reading manda a lato di un paio di metri su un corner di Stephen Hunt, e il gurdalinee Bannister sventola per segnalare all'arbitro che e' gol! Il giovanissimo fischietto Attwell convalida la "rete" fra lo stupore piu' totale di tutti i giocatori, che ci mettono un po' a capire cosa sia effettivamente successo.
L'ormai ex-allenatore del Watford Boothroyd commento' cosi': "e' stato come vedere un UFO atterrare in campo".

1) JFK SI PRESENTA ALLA STAMPA
"Chi di voi e' Simon Bird?" [giornalista del Daily Mirror]
"Sono io"
"Sei una merda"
"Grazie"

La traduzione e' soft, visto che "cunt" e' molto peggio di merda, ma non ha un vero corrispettivo in Italiano...e' semplicemente l'insulto piu' volgare che esista. E comunque, questo non e' che l'inizio di una delle prime conferenze stampa di Joe Kinnear una volta assunto come allenatore provvisorio del Newcastle. Quello che segue e' uno dei monologhi piu' incredibili di sempre, nel quale il buon Kinnear, inviperito per alcuni articoli su di lui, pronuncia un ineguagliabile 52 parolacce. "Fuck" e "Fucking" vengono usate al posto delle virgole, ed e' da quel momento che i tifosi del Newcastle aggiungono la "F" al nomignolo del loro neo-allenatore.
Assolutamente eccezionale...in questa pagina trovate la versione non censurata.

sabato 30 maggio 2009

FA CUP: IL CHELSEA TRIONFA A WEMBLEY

La 128ma finale di FA Cup e' stata vinta 2-1 dal Chelsea. La squadra di Guus Hiddink, arrivata a Wembley da favorita, ha confermato che per l'Everton il divario da colmare per giocarsela alla pari con le Big Four della Premier League e' ancora grande.

A Londra c'e' un sole mediterraneo, ma con un pubblico cosi' l'atmosfera' sarebbe calda anche al Polo Nord. Nel Chelsea, solo panchina per Michael Ballack, mentre Anelka viene riproposto nel ruolo per lui atipico di ala destra. Nell'Everton, l'allenatore Moyes mostra coraggio e schiera Saha dall'inizio assieme a Fellaini (che gioca molto avanzato) con Cahill in mezzo al campo assieme al perno Neville.

Le scelte del manager scozzese pagano istantaneamente: sono passati solo 25 secondi quando Fellaini sovrasta Bosingwa e tocca di testa in mezzo all'area, dove Saha e' piu' reattivo di tutti e mette in rete con un sinistro di prima. Quello del Francese e' il gol in una finale piu' veloce della storia della competizione. Non poco se consideriamo che la FA Cup e' la coppa piu' antica del calcio mondiale...

I primi 20 minuti sembrano perfetti per l'Everton, che prende fiducia sfruttando lo schock del gol al primo minuto. Il Chelsea fatica a rendere fluida la manovra e non produce pericoli per la porta di Howard. Ma come tutte le grandi squadre, i Blues hanno la personalita' e gli uomini per colpire in qualsiasi momento, e al 21' Drogba - fino a quel momento non pervenuto - svetta imperiosamente su un cross di Malouda e pareggia. Bello il cross del Francese e ancora meglio lo stacco perfetto dell'Ivoriano, che si conferma bomber per le grandi occasioni.

L'Everton accusa il colpo e il centrocampo del Chelsea comincia a dettar legge. Mikel ci mette il fisico e Lampard i piedi, mentre da dietro la spinta di Bosingwa e Cole (gran partita sotto gli occhi di Capello) crea pericoli sempre maggiori. La differenza in qualita' si nota palesemente in fase di palleggio, e l'Everton - che oggi avrebbe avuto particolarmente bisogno della qualita' dell'infortunato Arteta - comincia a giocare soprattutto di rimessa. Si arriva comunque all'intervallo in parita', ma i 6 tiri a 1 a favore dei Blues la dicono tutta sugli equilibri in campo.

Il secondo tempo ripropone la trama del primo, col Chelsea che impone il proprio gioco cercando di lanciare i sempre pericolosi Anelka e Malouda. L'unico dei Blues a deludere e' Michael Essien, che per una volta non riesce a dominare il centrocampo e viene infatti sostituito da Ballack al 61'.

Il coraggioso Cahill e' il simbolo dei Toffees, che lottano e si impegnano tutti insieme come una vera squadra. Ma i Blues hanno una marcia in piu' e l'equilibrio si spezza a venti minuti dal termine: Lampard controlla al limite dell'area e scivola, ma riesce a girarsi e a battere di sinistro sul palo lontano. Il tiro non e' irresistibile ma Tim Howard tradisce nell'occasione piu' importante: il portiere americano dell'Everton si tuffa in ritardo e con poco slancio, e riesce solo a deviare il pallone dentro la sua porta.

Da quel momento il risultato non e' piu' in dubbio. Il Chelsea e' padrone del campo e gli spazi per i Blues aumentano. Al 78' Malouda - che pochi minuti prima ha sprecato solo davanti a Howard - lascia partire una fucilata da oltre 25 metri, la palla batte sulla traversa e rimbalza al di la' della linea di porta, ma l'arbitro Webb e il suo guardalinee non se ne accorgono e la partita prosegue. Per il Francese il rammarico di non vedere riconosciuto quello che era a tutti gli effetti un gol bellissimo, ma al fischio finale nessuno ha da protestare: per il Chelsea puo' cominciare la festa.

L'amarezza per l'Everton e i suoi tifosi e' grande, ma la Coppa va indiscutibilmente alla squadra piu' forte, come riconosciuto con grande onesta' da Moyes nell'inervista post-partita. Per i Toffees e' stata comunque una stagione piu' che positiva, culminata nel quinto posto in campionato e nella finale di oggi.

Per il Chelsea, e' il momento dell'addio a Guus Hiddink, che dopo quattro mesi torna a fare l'allenatore della Russia a tempo pieno. Il tecnico olandese ha guidato la squadra a un ottimo finale di stagione: solidita' in Premier, ottime prestazioni in Champions' League - culminate nella controversa eliminazione da parte del Barcellona - e oggi finalmente un trofeo importante e assolutamente meritato.

Chelsea - Everton 2-1
Saha(E) 1', Drogba(C) 21', Lampard(C) 72'

CHELSEA (4-3-3)
Cech 5,5; Bosingwa 6,5, Terry 6,5, Alex 6, Cole 7,5; Essien 5 (dal 61' Ballack 6), Mikel 6,5, Lampard 7; Anelka 6,5, Drogba 6,5, Malouda 7.

EVERTON (4-4-1-1)
Howard 5; Hibbert 5 (dal 46' Jacobsen 5), Yobo 6, Lescott 5, Baines 6; Pieenar 5,5, Cahill 5,5, Neville 6, Osman 4,5 (dall'82' Gosling s.v.); Fellaini 5, Saha 5,5 (dal 76' Vaughan s.v.).

Ammoniti: Hibbert 8', Neville 47' , Baines 90' (Everton); Mikel 63', Lampard 85' (Chelsea)

giovedì 28 maggio 2009

BARCELLONA - MAN UTD: VOTI AI GIOCATORI

Il Barcellona e' campione d'Europa, dopo una finale a senso unico in cui i Catalani hanno dominato un Manchester United irriconoscibile.

I due bei gol di Eto'o (10') e Messi (70') sono stati l'inevitabile frutto di una prestazione autoritaria, basata sul controllo del gioco tramite passaggi di qualita' sopraffina, con gli impressionanti Xavi e Iniesta a dirigere l'orchestra.

La scelta di Ferguson di confermare il modulo con cui si era sbarazzato dell'Arsenal in semifinale - con Rooney largo e Ronaldo punta centrale - questa volta non paga: lo United e' pericoloso solo nei primi dieci minuti, poi viene schiacciato dalla classe degli avversari.

Tevez prima e Berbatov poi vengono buttati nella mischia nel secondo tempo, ma lo United e' una tigre senza artigli e non da' mai l'impressione di poter rientrare in partita, anche prima che il fantastico colpo di testa del piccolo Messi sigilli la vittoria per la squadra di Guardiola.

La prima stagione dell'allenatore Catalano sulla panchina del Barcellona si chiude cosi' con un'incredibile treble (Campionato-Coppa Nazionale-Champions' League), la prima della storia del Club. Gli ultimi a realizzare una simile impresa, guarda caso, furono proprio i Red Devils nella stagione 1998/99.

Valutiamo un po' l'operato dei singoli giocatori...

MANCHETER UNITED
Van der Sar 5,5: molti in Inghilterra pensano che sia arrivato il momento di sostituirlo con Ben Foster, e ieri sera si e' visto il perche'. Si lascia bucare da Eto'o sul suo palo per il gol che cambia volto alla partita, poi mostra incertezza in un altro paio di occasioni. Si rifa' in parte fermando Henry e Puyol da distanza ravvicinata, ed e' incolpevole sul colpo di testa di Messi
O'Shea 5,5: Henry non e' al meglio e non lo fa penare troppo. Della difesa dei Red Devils e' quello che sbaglia meno, anche se ieri sera ci voleva poco. Offensivamente non offre nulla, ma non e' certo lui a dover creare occasioni.
Ferdinand 5: Appena rientrato da un infortunio, e si vede. Resiste nel primo tempo ma crolla nel secondo: prima Henry lo mette a sedere per presentarsi solo davanti a Van der Sar, poi Messi gli ruba la posizione e si fa beffa dei 20cm di differenza per insaccare di testa. Gravemente sottotono.
Vidic 5: Il colosso imbattibile dell'inverno sembra un ricordo. Eto'o lo passa facilmente in occasione del primo gol.
Evra 5: Con l'aiuto dei centrocampisti riesce almeno a tratti a limitare Messi, ma nel complesso fornisce una prestazione mediocre, e offensivamente non si propone mai. Regala la palla agli avversari in occasione del secondo gol.
Carrick 4,5: Ancora una volta, il grande palcoscenico ne mette a nudo i limiti. Scarsa copertura e passaggi approssimativi. Nel secondo tempo ha la possibilita' di mettere Rooney davanti alla porta con un comodo filtrante, ma sbaglia malamente.
Anderson 4: Irriconoscibile, lontano parente del motorino ammirato in semifinale contro l'Arsenal . Tocca pochissimi palloni e li sbaglia quasi tutti. La sua incostanza sta diventando patologica. (dal 46' Tevez 5: non cambia nulla della partita)
Giggs 4,5: Non ha piu' il passo per giocare dall'inizio partite di questo livello. Fa il possibile ma fa sentire oltremodo la mancanza di un interditore puro come Fletcher. (dal 75' Scholes 5: l'unica cosa che produce e' un intervento assassino su Busquets che gli costa il giallo)
Park 5: Come al solito si danna l'anima, ma gli manca la classe necessaria per poter risolvere una partita. Potrebbe segnare dopo pochissimi minuti ma viene bloccato da un grande intervento di Pique. Onesto ma nulla piu'. (dal 66' Berbatov 5,5: almeno ci mette un po' di impegno, ma la partita e' gia' persa)
Rooney 5: Il voto, in questo caso, bisognerebbe darlo a Ferguson, che lo schiera in pratica da centrocampista puro di fascia. Come sempre si fa in quattro e copre molto terreno, ma non si trova quasi mai in condizione di concludere a rete, lui che ha uno dei tiri piu' velenosi d'Europa.
Ronaldo 5: Parte benissimo, dando l'idea di poter far impazzire la difesa blaugrana proprio come quella dell'Arsenal in semifinale. Poi, sempre meno aiutato dai centrocampisti, si spegne progressivamente come tutta la squadra, e non riesce a trarre beneficio dall'ingresso in campo degli altri attaccanti.

BARCELLONA
Valdes 6,5: Incerto sulla punizione di Ronaldo sul cui rimpallo Park va vicinissimo al gol, si fa poi perdonare con una perfetta uscita sempre su Park lanciato a rete e poi, nel secondo tempo, con una chiusura puntuale su Ronaldo.
Puyol 6,5: Diversissimo da Dani Alves (di cui prende il posto) offre la conseuta solidita' e si distingue nel gioco aereo. Lotta come un leone ma a volte ricade in atteggiamenti fastidiosi, come perdite di tempo e cadute non del tutto necessarie.
Y. Toure 7: Per la scioltezza con cui si cala nel ruolo di difensore centrale, viene il sospetto che Guardiola abbia schierato il fratello Kolo...impeccabile, non concede nulla agli attaccanti avversari.
Pique 7,5: uno dei migliori in assoluto. E' subito decisivo con una scivolata salva-porta su Park, poi prosegue con interventi e anticipi perfetti. Da riserva fissa del Man Utd a perno della difesa dei campioni di Spagna e d'Europa, nell'ultimo anno e' stata una vera e propria esplosione.
Silvynho 6,5: l'esperienza conta tantissimo nelle partite piu' importanti, e la scelta di Guardiola di schierare il 35enne Brasiliano viene premiata con una prestazione ordinata e senza errori. Rooney, spostato sulla sua fascia nel secondo tempo, gli da' qualche problemino, ma niente di davvero preoccupante.
Xavi 7,5: Un maestro del centrocampo. Orchestra il gioco con passaggi precisi e intelligenti. Spesso opta per la soluzione semplice, ma quando la squadra gira in questo modo non c'e' bisogno di cercare trame complicate. Il cross per il secondo gol e' un'opera d'arte.
Busquets 6,5: E' il meno esperto e meno dotato dei centrocampisti del Barca, ma gioca comunque una partita senza sbavature. Il suo compito e' di bilanciare la mediana e lasciare liberta' agli artisti della squadra, e lo porta a termine con merito.
Iniesta 8: E meno male che non doveva essere al meglio. Mai un pallone perso, una scelta sbagliata, un passaggio fuori posto: una prestazione sontuosa, da migliore in campo. Fa venire il mal di testa a chiunque capiti nella sua zona. Ha vissuto una stagione superlativa ed e' ormai indiscutibilmente uno dei giocatori piu' forti d'Europa. (dal 90' Pedrito s.v.)
Messi 7: Cerca poco la soluzione personale, accontentandosi di essere un tassello del fantastico mosaico del Barcellona. Conferma di avere il miglior controllo nello stretto al mondo, e sul secondo gol si inventa un colpo di testa da favola. Vince nettamente il confronto con l'altra superstar Ronaldo.
Eto'o 7: il primo gol - con palla colpita un nanosecondo prima di essere contrastato da Carrick - e' da attaccante di razza pura. Poi non trova altri spunti decisivi, ma partecipa alla qualita' collettiva della squadra e da' sempre l'impressione di poter sfondare da un momento all'altro.
Henry 5,5: Non in perfetta forma a differenza dell'altro rientrante Iniesta, offensivamente e' uno di quelli che fa meno. Nel secondo tempo tira fuori un bel numero per lasciare Ferdinand a gambe all'aria, ma poi tira male su Van der Sar. (dal 71' Keita 6: ha molto poco da fare)

mercoledì 27 maggio 2009

FERGIE: "POSSIAMO ENTRARE NELLA STORIA"

E' arrivato il momento della partita piu' attesa dell'anno. A Roma, Barcellona e Manchester United si affrontano per la Champions' League e, indiscutibilmente, per l'onore di essere considerati la squadra di club piu' forte al mondo.

Le due finaliste hanno vinto i rispettivi campionati in grande stile e, seppur in diverse forme e modalita', hanno prodotto il calcio piu' bello ed efficace della competizione.

Il Manchester United e il loro allenatore hanno la posibilita' di iscrivere indelebilmente il loro nome della storia dello sport, diventando la prima squadra a vincere la nuova Champions' League due volte di fila e il primo club inglese a portare a casa quattro trofei in una stagione. Dopo l'aggancio al Liverpool a quota 18 campionati vinti, un trionfo stasera porterebbe la terza "coppa con le orecchie" dell'era Ferguson, e la quarta in totale per il Club fondato nel 1878.

"E' inusuale che nessuno sia riuscito a difendere la coppa da quando e' iniziata la Champions' League [1992] - ha detto l'allenatore scozzese - guardando al passato, agli anni '60 e '70, c'erano squadre che ci riuscivano regolarmente. Squadre come Bayern, Ajax e Real Madrid vincevano la Coppa dei Campioni a cicli di due o tre. Stasera possiamo cambiare la tradizione, e spero che avverra' esattamente questo."

"Per essere considerati una grande squadra, e' necessario vincere in Europa. Secondo me e' un prerequisito e, come ho ripetuto molte volte, penso che avremmo dovuto fare di piu' a livello continentale. Una vittoria ci metterebbe al livello delle piu' grandi. Questo gruppo e' giovane ma ha gia' un ottimo livello di esperienza, e puo' continuare a vincere trofei ancora per molto."

Ferguson si e' poi sbilanciato definendo il Barcellona la sua "squadra fortunata" (per il buon bilancio del suoi contro i Catalani) ma poi non ha mancato di esprimere grande rispetto e ammirazione per Pep Guardiola e i suoi: "Pensate alla semifinale [contro il Chelsea]; tutti dicevano che dietro avrebbero sofferto senza Marquez e Puyol ma poi, contro uno degli attacchi piu' forti d'Europa, l'unico gol che hanno subito e' stato un tiro al volo che nessuna difesa e nessun portiere avrebbe mai potuto fermare. C'e' chi dice che i favoriti sono loro, e chi noi...la realta' e' che sara' incredibilmente equilibrata."

Il Manchester United potra' beneficiare dal rientro di Rio Ferdinand, importantissimo per contenere gli attacchi dirompenti del Barcellona, a sua volta rinforzato dai recuperi ormai quasi certi di Henry e Iniesta.

Molti si sono concentrati sul confronto Messi-Ronaldo, indubbiamente i due giocatori piu' spettacolari e talentuosi al mondo, che questa sera si trovano di fronte sul palcoscenico piu' prestigioso di tutti. Anche Ferguson riconosce l'unicita' dei due fuoriclasse: "Possono cambiare una partita e rendere vano tutto il lavoro di un allenatore, perche' hanno l'abilita' e il coraggio per puntare continuamente i difensori. Non importa quanti tackle e quanti falli subiscono, si alzano e vogliono la palla. Il calcio ha bisogno di questo. Sono due giocatori differenti, ma alla fine come si fa a dire che uno e' meglio dell'altro? E' impossibile."

Stasera gli occhi degli appassionati di calcio di tutta Europa saranno fermamente puntati sull'Olimpico: e' arrivata la partita dei sogni.

Probabili formazioni

Mancheter United (4-5-1)
Van der Sar; O'Shea, Ferdinand, Vidic, Evra; Park, Giggs, Carrick, Anderson, Rooney; Ronaldo.

Barcelona (4-3-3)
V.Valdes; Puyol, Y.Toure, Pique, Keita; Xavi, Busquets, Iniesta; Messi, Eto'o, Henry.b

martedì 26 maggio 2009

26 MAGGIO 1989: TITOLO ALL'ULTIMO MINUTO

Esattamente vent'anni fa, domenica 26 maggio, si chiudeva il campionato 1988/89. Wayne Rooney aveva 3 anni e mezzo, il muro di Berlino era ancora al suo posto e la rivoluzione Premier League targata Sky Sports non sarebbe arrivata prima di altri tre anni. Per i club inglesi, nel mezzo dell'esclusione dalle coppe europee dopo la tragedia dell'Heysel, il momento e' difficile, ma le competizioni nazionali non smettono di provocare emozioni.

Curiosamente, due delle tre squadre che retrocedono quell'anno - Middlesbrough e Newcastle - vivranno lo stesso destino vent'anni piu' tardi, ma cio' che rende l'88/89 speciale non sono le sventure delle squadre in fondo alla classifica, ma bensi' una lotta al titolo che si chiude nel modo piu' spettacolare della storia del calcio inglese.

L'Arsenal di George Graham, alla ricerca del primo titolo dal 1971, si piazza in testa alla classifica a Natale e, a tre giornate dal termine, ha cinque punti sul Liverpool (che ha una partita da recuperare) oltre a una miglior differenza reti. La terzultima e la penultima vedono pero' il crollo dei Gunners, che perdono col Derby County e pareggiano in casa col Wimbledon, permettendo cosi' ai Reds di realizzare il sorpasso nel momento decisivo.

L'ultimo turno prevede lo scontro diretto ad Anfield: il Liverpool, dominatore incontrastato degli anni 80 e gia' vincitore della FA Cup - pur macchiata dal disastro di Hillsborough in semifinale - e' a +3 e sembra lanciato verso un'altra double. L'Arsenal, staccato di tre punti e ora sotto anche nella differenza reti, ha bisogno di espugnare la tana dei Reds con almeno due gol di scarto.

Con le squadre in campo, desta perplessita' la scelta di Graham di schierare un terzo difensore centrale - Steve Bould - in una partita da vincere a tutti i costi. La mossa dell'allentore scozzese, pero', permette di neutralizzare completamente il potenziale offensivo degli avversari, e la pazienza dei Gunners comincia a dare frutti all'inizio della ripresa, quando Alan Smith segna il gol del vantaggio.

L'1-0 non e' pero' sufficiente, e col risultato ancora invariato al 90', per i Gunners l'impresa sembra destinata a restare sfiorata. Il miracolo avviene a pochi secondi dalla fine: ancora Smith fa filtrare per Michael Thomas che, anche grazie a un rimpallo fortunoso, si presenta solo davanti a Grobelaar. Thomas temporeggia per un attimo - coi tifosi in apnea collettiva - poi insacca con un rasoterra.

Per il Livepool non c'e' piu' tempo, pochi secondi e l'arbitro fischia la fine: l'Arsenal ha vinto il titolo all'ultimo minuto dell'ultima giornata, e nello scontro diretto! Il piu' audace dei registi non avrebbe saputo scrivere un finale piu' avvincente, e difficilmente una storia del genere potra' mai ripetersi.

Come e' ovvio, le emozioni di quel giorno incredeibile lasciano ricordi indelebili in tutti i protagonisti: in questo ottimo filmato, possiamo rivivere le azioni decisive e le reazioni dei giocatori coinvolti.

lunedì 25 maggio 2009

NEWCASTLE E BORO IN CHAMPIONSHIP

Il miracolo di Alan Shearer non si e' materializzato: il Newcastle e' ufficialmente retrocesso dalla Premier League dopo essere uscito sconfitto 1-0 dal Villa Park di Birmingham. La delusione e' resa ancora piu' dolorosa dalla consapevolezza che un pareggio sarebbe stato sufficiente per la salvezza, visto il risultato del KC Stadium di Hull.

Le paure peggiori della Toon Army si materializzano poco prima dell'intervallo in un modo simbolico dell'intera stagione delle Magpies: deviazione sfortunata di Damien Duff nella propria porta e vantaggio per l'Aston Villa.

Altrove, un Manchester United zeppo di ragazzini stava mettendo sotto l'Hull, che riesce cosi' nella poco gloriosa impresa di salvarsi al termine di una serie di 22 partite con una sola vittoria all'attivo. Giustamente, il pensiero non sfiora neppure la mente dell'allenatore delle Tigers Phil Brown, che ha definito la salvezza al primo anno in Premier della storia del club come "la cosa piu' importante che abbia realizzato in tutta la mia vita".

Al Newcastle e al gia' retrocesso West Brom si unisce il Middlesbrough, che chiude una stagione veramente pessima con una sconfitta ad Upton Park.

L'altra squadra ancora a rischio, il Sunderland, finisce con un'altra sconfitta ma gioisce per i risultati degli altri campi che ne garantiscono la permanenza in Premier League.

Le quattro ancora in lotta per sopravvivere, insomma, non riescono a mettere insieme neppure un punto: e' una sintesi spietata ma realistica del loro pessimo stato di forma.

Anche il Fulham esulta grazie al risultato di un altro campo: la vittoria del Liverpool sul Tottenham garantisce ai Cottagers un posto nell'Europa League dell'anno prossimo.

RISULTATI - 38a GIORNATA

Sunderland 2-3 Chelsea
Arsenal 4-1 Stoke
Aston Villa 1-0 Newcastle
Hull 0-1 Manchester United
Liverpool 3-1 Tottenham
Fulham 0-2 Everton
West Ham 2-1 Middlesbrough
Man City 1-0 Bolton
Blackburn 0-0 West Brom
Wigan 1-0 Portsmouth

CLASSIFICA FINALE PREMIER LEAGUE 08/09

1 Man Utd 90 Campioni
2 Liverpool 86 Champions' League
3 Chelsea 83 Champions' League
----------------------------
4 Arsenal 72 Preliminari Champions' League
----------------------------
5 Everton 63 Europa League
6 Aston Villa 62 Europa League
7 Fulham 53 Europa League
----------------------------
8 Tottenham 51
9 West Ham 51
10 Man City 50
11 Wigan 45
12 Stoke 45
13 Bolton 41
14 Portsmouth 41
15 Blackburn 41
16 Sunderland 36
17 Hull 35
----------------------------
18 Newcastle 34 Retrocesso
19 Middlesbrough 32 Retrocesso
20 West Brom 32 Retrocesso

sabato 23 maggio 2009

SU O GIU', IL GIORNO DEI VERDETTI

Per le squadre ancora in lotta per la salvezza e' arrivato il momento della verita', l'atto finale che produrra' le sentenze inappellabili di fine stagione. Abbiamo gia' parlato di alcune delle giornate finali piu' sorprendenti degli ultimi anni, ma alla vigilia dell'ultimo turno 2008/09, quali sono le effettive possibilita' e prospettive dei 4 club ancora in bilico fra Premier League e Championship?

Il Sunderland (36 punti e -19 di differenza reti), nonostante il pessimo rendimento degli ultimi due mesi - 1 punto in 7 partite - si trova in una situazione di relativo benessere: anche perdendo in casa col Chelsea, i Black Cats sarebbero condannati solo in caso di contemporanee vittorie di Hull e Newcastle. L'ipotesi sembra alquanto improbabile, e quindi per Ricky Sbragia e i suoi si trattera' piu' che mai di successo per demeriti altrui...la societa', pero', in estate non perdera' tempo a rimpiazzare il tecnico: sia a livello di punti che di gioco, l'ultima parte del campionato e' stata assolutamente pessima.

Parlando di cali di rendimento, nessuno e' secondo all'Hull (35 punti e -24): le Tigers hanno vinto una sola volta nelle ultime 21 giornate, e da un improbabile posto sono crollati fino alle soglie della retrocessione. Phil Brown, inizialmente lodato come messia dell'ascesa della squadra in Premier League, si e' progressivamente attirato non poche antipatie dei neutrali, fra riferimenti a se' stesso in terza persona, accuse infondate di sputi a Cesc Fabregas e strigliate in campo ai suoi giocatori a mo' di cattiva imitazione di Brian Clough.
Il rischio di tracollo e' quanto mai concreto: il punticino di vantaggio sul Newcastle e' reso ancora piu' debole dalla peggiore differenza reti e, se e' vero che al KC Stadium Alex Ferguson schierera' una formazione piena di riserve, l'idea che le Tigers possano sbarazzarsi agevolemente di una squadra che includera' Ferdinand, Rafael, Fletcher, Nani e Scholes sembra esageratamente ottimista.

La speranza piu' ragionevole per l'Hull e' che la grande concorrente per la salvezza, il Newcastle (34 punti e -18) fallisca anche l'appuntamento piu' importante, quella visita al Villa Park che Alan Shearer ha definito "la partita piu' importante della mia carriera". L'arrivo dell'ex stella delle Magpies non ha prodotto l'effetto sperato - 1 vittoria in 7 partite - e l'equazione per i bianconeri e' semplice: risultato migliore di quello dell'Hull uguale salvezza garantita. Il rendimento dell'Aston Villa e' crollato a ritmi vertiginosi e i tempi in cui si parlava di "fine del predominio delle Big Four" sono molto lontani, ma gli uomini di Martin O'Neill sono comunque quinti e vorranno salutare il proprio pubblico con una prestazione all'altezza dei progressi mostrati. Il compito per il Newcastle e' durissimo e per la Toon Army si preannuncia un pomeriggio di batticuore continuo e incertezza asfissiante; l'unica garanzia e' che Shearer perdera' gran parte dei non molti capelli rimasti...

Praticamente spacciato il Middlesbrough (32 punti e -28): i Teessiders devono non solo battere il West Ham e sperare che sia Newcastle che Hull perdano le rispettive partite, ma anche recuperare i 4 gol che li separano dalle Tigers nella differenza reti. L'interrogativo principale, ormai, sembra riguardare la permanenza o meno dell'allenatore Gareth Southgate una volta che la retrocessione sara' ufficializzata.

Come da tradizione, tutte le partite si giocano domani in contemporanea, con kick-off alle 15 (16 Italiane). Per i tifosi delle squadre coinvolte sara' una domenica molto, molto lunga...

venerdì 22 maggio 2009

FORMAZIONE GIA' FATTA PER ROMA?

Fare affidamento sul quotidiano The Sun per qualsiasi cosa vada oltre alle parole crociate e' sempre sconsigliabile, ma la notizia sulle scelte di Alex Ferguson per la finale di Champions' League a Roma occupa tutta l'ultima pagina del quotidiano, quindi siamo pronti a concedere il beneficio del dubbio...

L'articolo in questione dichiara che Ferguson ha gia' deciso che squadra schierare mercoledi' prossimo contro il Barcellona, e che sia Carlos Tevez che Dimitar Berbatov dovranno accomodarsi in panchina.

La storia non manchera' di irritare l'allenatore scozzese, tradizionalmente attento a non divulgare informazioni sulle proprie tattiche. Il giornale afferma anche che per Tevez "questa sara' la goccia che fa traboccare il vaso" e che l'argentino e' ormai "convinto di dover lasciare lo United" e sta gia' pensando di accasarsi coi rivali del Liverpool.

Se la situazione di Tevez e' tutt'altro che nuova, cio' che catturera' l'attenzione dei tifosi dei Red Devils e' l'affermazione che, dei quattro attaccanti in corsa per un posto, solo Rooney e Ronaldo saranno in campo dall'inizio.

"Ferguson e' intenzionato a riproporre la formazione che ha distrutto l'Arsenal nella semifinale di ritorno - dichiara il Sun - con l'eccezione di Giggs che sostituira' lo squalificato Fetcher. Ottime notizie per Ji-Sung Park, che dopo l'esclusion dell'anno scorso avra' un posto da titolare".

Cristiano Ronaldo, quindi, sara' ancora utilizzato come punta centrale, con Rooney e Park a lato del Portoghese. Piccolo dubbio anche per la difesa: Rio Ferdinand gioca domenica con l'Hull per dimostrare di essere in forma per la finale, ma la netta sensazione e' che ci sara'.

Formazione prevista:
Van der Sar, O'Shea, Ferdinand, Vidic, Evra, Carrick, Giggs, Anderson, Park, Rooney, Ronaldo.

giovedì 21 maggio 2009

STORIE DI SOFFERENZA E SALVEZZA

Domenica, rigorosamente in contemporanea, si giocano le partite dell'ultima giornata della Premier League 2008/09. Con la coppa del titolo ormai sistemata nella sempre piu' affollata bacheca dell'Old Trafford, e i quattro posti per la Champions' League gia' assegnati, la suspence arriva dal fondo della classifica, dove tutte le squadre coinvolte - tranne il West Brom - hanno ancora una possibilita' di evitare lo spettro della retrocessione.

I club ancora a rischio sono quattro, da cui usciranno i due condannati (la classifica). Per Sunderland, Hull, Newcastle e Middlesbrough i 90 minuti di Domenica saranno di quelli che possono cambiare la storia.

L'incertezza all'ultima giornata non e' una novita': il 2008/09 sara' il quinto campionato degli ultimi sette anni in cui i destini delle squadre di coda saranno decisi alla 38ma. Gli anni passati hanno portato sconvolgimenti e colpi di scena a raffica, facciamo un riassunto della storia recente...

2007/08: IL COLPO DI TESTA PIU' PREZIOSO
Il Fulham, grazie a una rimonta fatta di tre vittorie nelle quattro partite precedenti, arriva all'ultima giornata fuori dalla zona retrocessione, davanti al Reading per differenza reti. A 20 minuti dalla fine, pero', il destino di Hodgson e i suoi sembra segnato, con la visita a Fratton Park avviata verso lo 0-0 e il Reading che sta distruggendo il povero Derby 3-0.
Il momento che cambia tutto arriva al 76': l'ex-Liverpool Danny Murphy mette dentro di testa su calcio di punizione di Jimmy Bullard. Per i Cottagers, che sembravano spacciati a meta' campionato, e' l'apoteosi, mentre Steve Coppell e i suoi tornano in Championship.
Cio' che e' successo alle due squadre da quella domenica (Fulham 7mo con 53 punti in Premier, Reading bloccato in Championship con allenatore dimissionario) fa capire fino in fondo il valore di quel colpo di testa.

2006/07: AGONIA SHEFFIELD
Per l'allenatore delle Blades Neil Warnock, l'ultima giornata della stagione 06/07 non e' che il completamento dell'ingiustizia che ha permesso a Tevez di giocare col West Ham nonostante le irregolarita' burocratiche. La realta', pero', e' che lo Sheffield United - arrivati anche a 10 punti di margine sulla zona retrocessione - ha solo bisogno di evitare la sconfitta a Wigan per garantirsi la salvezza. L'impresa fallisce, nonostante i padroni di casa restino in 10, mentre all'Old Trafford un gol di Tevez e' sufficiente per il West Ham, che neutralizza un numero infinito di occasioni da gol del Man Utd e porta a casa una delle vittorie piu' preziose della storia del club.

2004/05: "THE GREAT ESCAPE"
Una giornata conclusiva particolarmente hard-core: quattro squadre a contendersi un solo posto per rimanere in Premier League. Il West Brom ha da recuperare su tutte le altre, ossia Norwich (che arriva alla 38ma fuori dalla retrocessione), Crystal Palace e Southampton.
Dopo dieci minuti i Saints scavalcano tutti andando sorprendentemente in vantaggio contro il Man Utd, ma poco dopo il Palace passa in vantaggio contro il Charlton e si riporta a galla, prima che il ritorno dei Red Devils schiacci il Southampton.
Altrove, il Norwich crolla a Craven Cottage (il risultato finale sara' 6-0), mentre il West Brom e' avanti contro il Portsmouth. L'incredibile avviene all'82': il difensore del Charlton Jonathan Fortune pareggia il gol del Crystal Palace e la partita finisce 1-1. Per il West Brom - ultimo per gran parte del campionato e prima dei 90 minuti finali - e' il completamento della "great escape", la rimonta che nessun tifoso dimentichera' mai.

2002/2003: IL BALLO DI BIG SAM
Con Sunderland e West Brom gia' condannate, sono Bolton e West Ham a lottare per evitare l'ultimo piazzamento-retrocessione. Guardando agli organici, la cosa e' abbastanza sorprendente: gli Hammers hanno a disposizione giocatori come James, Johnson, Defoe e Joe Cole, mentre i Trotters possono avvalersi della classe e dell'esperienza di Djorkaeff, Okocha, Bergsson e Campo. La giornata inizia con le due squadre a pari punti, ma col Bolton in vantaggio per differenza reti. Il West Ham, pero', fatica a superare uno stoico Birmingham, mentre due ottimi gol di Frandsen e Okocha mettono al sicuro il destino della squadra di Sam Allardyce. Lo stesso Big Sam e' talmente euforico che balla sul campo da gioco: scene che non avremmo mai voluto vedere...

martedì 19 maggio 2009

ROY HODGSON, ALLENATORE DELL'ANNO

Quando, alla fine del 2007, la panchina del Fulham venne affidata a Hodgson, l'opinione dei giornalisti inglesi era divise in due fazioni principali: quelli solo perplessi, e quelli convinti che la societa' londinese avesse appena firmato il proprio addio alla Premier League.

La mancanza di fiducia per un allenatore che sembrava non aver piu' nulla da offrire al calcio si univa alla situazione disperata dei Cottagers che, al momento dell'arrivo di Hodgson, nella scorsa stagione avevano collezionato non piu' di 14 punti in 19 partite, un ritmo da retrocessione garantita.

Anche alcune delle decisioni di mercato di Hodgson hanno fatto regolarmente fatto storcere il naso a diversi "esperti", poco convinti dagli arrivi di gente come Nevland, Hangeland, Pantsil e Zamora, oltre che dalla cessione di Bullard e dal prezzo (poco piu' di 10 milioni) pagato per Andy Johnson.

In realta', sono mosse che si sono rivelate quasi completamente azzeccate. Certo, 14 gol da un attacco costato oltre 15 milioni non sono un ritorno cosi' esaltante, e in mezzo agli innesti utili c'e' stato anche il ritorno "meteora" di Jari Litmanen (che comunque non ha fatto danni), ma l'equilibrio costruito da Hodgson non puo' non essere lodato: i risultati parlano da soli.

La stagione 2007/08 si chiude con una salvezza per molti insperata. Nel 2008/09 il balzo e' prodigioso: alla partenza il Fulham e' tra i favoriti per retrocedere, e i tifosi sono gia' preparati a un anno di sofferenze, ma facendo un salto di 9 mesi, troviamo Hodgson e i suoi al 7mo posto con 53 punti. E' un piazzamento incredibile, che se confermato - e ormai solo il Tottenham puo' superarli - vorrebbe dire qualificazione per l'Europa League dell'anno prossimo.

Brede Hangeland (meno di 3 milioni) e Mark Schwarzer (a parametro zero) sono stati tra i migliori acquisti di tutta la Premier, e hanno formato la spina dorsale di quella difesa ermietica su cui si e' basato il successo della squadra. I gol non sono arrivati a grappoli, ma quando ti limiti a subire 32 reti in 37 partite e mantieni la porta inviolata in 14 occasioni, non hai bisogno di nessuna goleada.

La ragione principale del successo di quest'anno risiede nella stabilita'. 9 giocatori sono scesi in campo dall'inizio in almeno 30 partite di Premier. Addirittura, in ben 33 partite su 37 il reparto arretrato messo in capo e' stato invariato, col blocco Schwarzer-Pantsil-Hughes-Hangeland-Konchesky che si e' progressivamente trasformato in una delle unita' piu' efficaci dell'intero campionato.

Chiaramente, l'assenza di infortuni ha aiutato non poco, ma non si puo' sottovalutare l'abilita' di Hodgson, che ha azzeccato perfettamente la scelta dei titolari e ha poi dato loro fiducia ininterrotta.

La prossima stagione presentera' nuove sfide per il 61enne allenatore. Per prima cosa, la partenza di Hangeland - unanimamente ritenuto uno dei migliori difensori della Premier - sembra difficile da evitare. Aggiungiamo l'approdo ormai quasi certo in Europa League, e si capisce come un ritorno sul mercato per rafforzare la rosa sia necessario. Il compito di Hodgson, quindi, sara' di acquistare con la stessa saggezza mostrata fino ad oggi, e di creare una squadra piu' flessibile, che sia in grado di affrontare un numero maggiore di impegni. Per quest'anno, pero', il plauso per quanto fatto non puo' che essere assoluto.

Ci sono vari allenatori che si sono distinti in questa stagione: Ferguson e' a un passo dal quarto trofeo, Moyes ha come sempre superato le aspettative e puo' vincere la FA Cup, Pulis ha tenuto agevolmente in Premier uno Stoke che tutti davano per spacciato...tutti questi - e non solo - potrebbero essere considerati validi candidati per allenatore dell'anno.

Pero', per aver portato una squadra dalla retrocessione garantita alla qualificazione per l'Europa nello spazio di 18 mesi, nessuno ha piu' diritto di essere premiato di Hodgson.

Roy Hodgson, allenatore dell'anno 2008/09: chi l'avrebbe mai detto?

lunedì 18 maggio 2009

WENGER E IL REAL - E' DAVVERO IMPOSSIBILE?

Per la prima volta in 13 anni di carriera sulla panchina dei Gunners, la permanenza di Arsene Wenger a Londra non sembra piu' scontata, dopo che l'allenatore francese ha rifiutato di scartare l'ipotesi di un approdo al Real Madrid, anzi definendo l'idea di lavorare con Florentino Perez "interessante".

Alcuni giornali francesi hanno scritto di un presunto incontro fra Wenger e l'ex presidente dei Blancos - che quasi certamente tornera' in carica quest'estate - la scorsa settimana a Parigi, e riportato dichiarazioni dello stesso Perez sulla sua volonta' di attirare l'allenatore francese al Bernabeu come parte del "progetto spettacolare" che intende mettere in atto una volta rieletto.

Il primo approccio di Perez risale a quattro anni fa. Da allora, Wenger e' stato abitualmente menzionato come candidato alla panchina dei Galacticos, ma ha regolarmente scartato ogni ipotesi di trasferimento riaffermando il suo attaccamento all'Arsenal. Questa volta, invece, le risposte date in un'intervista per il programma Telefoot del canale francese TF1 sono state molto piu' evasive.

"Con Florentino Perez presidente, il progetto che ha intenzione di portare avanti sarebbe interessante per qualunque allenatore - ha detto il 59enne Alsaziano - ma preferisco non fare commenti a proposito". Alla domanda sull'intenzione o meno di rispettare il contratto coi Gunners che scade nel 2011, Wenger ha poi risposto "In generale, normalmente resto fino alla fine dei miei contrattti".

Queste dichiarazioni sono abbastanza diverse dal solito ma, chiaramente, restano lontane da una dichiarazione di divorzio. In realta', potrebbero essere una semplice mossa politica per "spaventare" dirigenza e sostenitori, dopo i segnali di malcontento che parte della tifoseria ha cominciato a mostrare dopo quattro stagioni senza trofei. Anche se fosse questo il caso, non si puo' non notare come un rapporto tradizionalmente idilliaco si sia vistosamente incrinato.

Proprio la scorsa settimana, il Francese aveva espresso grosse perplessita' sulla frustrazione dei sostenitori, sempre piu' spesso diretta alla panchina "Sei seduto qui, arrivi fra le prime quattro in Europa, e ogni giorno ti devi sentire come se avessi ucciso qualcuno - ha detto Wenger - e' incredibile. Se non riesci a disinteressartene, arrivi a pensare 'ma in che mondo viviamo?'; perdiamo contro il Man Utd che ha 10 volte le nostre risorse, non puo' essere una vergogna. Sono i migliori al mondo, congratulazioni a loro. Se domani giochi a tennis e perdi contro Nadal, puoi ancora dire di essere un buon giocatore".

L'idea che l'allenatore di Strasburgo possa effettivamente abbandonare l'Emirates Stadium - dove ha cresciuto una rosa di giovani nell'ambito di un progetto a lungo termine - rimane difficile da immaginare, ma l'importanza delle ultime dichiarazioni non puo' essere sottovalutata. Per la prima volta, Wenger non ha categoricamente riaffermato che il suo futuro e' con l'Arsenal, ed e' chiaro che - pur non essendo arrivati a un punto di rottura - la sua relazione coi Gunners e' nel momento piu' delicato di sempre.

Anche sulla disponibilita' di fondi per rafforzare la squadra nel mercato le versioni sono abbastanza divergenti: il direttore e azionista di maggioranza Danny Fiszman ha sempre affermato che l'allenatore ha a disposizione un budget consistente, mentre Wenger ha recentemente parlato di 13 milioni di sterline - non esattamente un capitale nella Premier League - per quest'estate.

Qualunque siano le differenze di vedute e di interpretazione, i dirigenti del club di North London faranno bene a cogliere l'avvertimento e a convincere Wenger che il momento di abbandonare il timone non e' ancora arrivato. L'immagine di Alex Ferguson che solleva il trofeo della Premier per l'11a volta in 23 anni col Manchester United ha ricordato a tutti il valore imprescindibile della stabilita'.

sabato 16 maggio 2009

FESTA MAN UTD, SONO 18

Il Manchester United e' campione d'Inghilterra per la terza volta consecutiva. I Red Devils fanno il minimo indispensabile all'Old Trafford contro l'Arsenal, ma portano a casa il punto che li rende matematicamente irraggiungibili (la classifica).

Per Sir Alex Ferguson e' il titolo nazionale numero 11 in 22 anni di incredibile carriera con lo United. Per il club e' il 18° della storia, particolarmente importante perche' permette di agganciare i rivali storici del Liverpool, fermi alla stessa quota da quasi vent'anni. Per capire l'impatto che Ferguson ha avuto sulla storia del Manchester United e' sufficiente questo dato: al momento dell'insediamento dello Scozzese sulla panchina dell'Old Trafford, per campionati vinti i Reds erano avanti 16 a 7. Una lezione sul valore della stabilita' che molte societa' dovrebbero imparare...

In coda, spreca un'ottima occasione il Middlesbrough, che si fa rimontare dall'Aston Villa e torna a casa con un punto che serve a pochissimo. A una giornata dalla fine, sembra ormai inevitabile che Southgate e i suoi giochino la stagione 2009/10 nella Championship.

Va male anche al Newcastle, la cui permanenza in zona salvezza dura solo 5 giorni. La squadra di Shearer e' in parte artefice della propria sfortuna, ma questa volta ha anche qualcosa da recriminare. Il Fulham va in vantaggio prima dell'intervallo, poi nella ripresa l'arbitro Howard Webb annulla inspiegabilmente un gol di testa di Viduka, prima che Bassong si faccia espellere per un fallo da ultimo uomo su Kamara. Con un uomo in meno, i Magpies continuano a cercare disperatamente il pareggio, ma ancora una volta la difesa del Fulham si rivela ermetica, e il portiere Schwarzer (grandissima stagione la sua) soffoca gli urli della Toon Army con un paio di interventi strepitosi.

Con la vittoria di oggi i Cottagers toccano quota 53 punti, un totale che neanche il tifoso piu' ottimista avrebbe immaginato a inizio stagione. Il 7° posto con relativo ingresso in Europa League e' a un passo (solo il Tottenham puo' ancora scavalcarli) e la candidatura di Roy Hodgson ad allenatore dell'anno e' sempre piu' forte.

RISULTATI

Manchester United - Arsenal 0-0
Bolton - Hull 1-1
26' Steinsson(B), 46' Fagan(H)
Everton - West Ham 3-1
24' Kovac(W), 38' Saha rig.(E), 48' Yobo(E), 76' Saha(E)
Middlesbrough - Aston Villa 1-1
14' Tuncay(M), 57' Carew(A)
Newcastle - Fulham 0-1
41' Kamara
Stoke - Wigan 2-0
69' Fuller, 76' Beattie
Tottenham - Manchester City 2-1
29' Defoe(T), 65' Bojinov(M), 86' Keane rig.(T)