martedì 19 maggio 2009

ROY HODGSON, ALLENATORE DELL'ANNO

Quando, alla fine del 2007, la panchina del Fulham venne affidata a Hodgson, l'opinione dei giornalisti inglesi era divise in due fazioni principali: quelli solo perplessi, e quelli convinti che la societa' londinese avesse appena firmato il proprio addio alla Premier League.

La mancanza di fiducia per un allenatore che sembrava non aver piu' nulla da offrire al calcio si univa alla situazione disperata dei Cottagers che, al momento dell'arrivo di Hodgson, nella scorsa stagione avevano collezionato non piu' di 14 punti in 19 partite, un ritmo da retrocessione garantita.

Anche alcune delle decisioni di mercato di Hodgson hanno fatto regolarmente fatto storcere il naso a diversi "esperti", poco convinti dagli arrivi di gente come Nevland, Hangeland, Pantsil e Zamora, oltre che dalla cessione di Bullard e dal prezzo (poco piu' di 10 milioni) pagato per Andy Johnson.

In realta', sono mosse che si sono rivelate quasi completamente azzeccate. Certo, 14 gol da un attacco costato oltre 15 milioni non sono un ritorno cosi' esaltante, e in mezzo agli innesti utili c'e' stato anche il ritorno "meteora" di Jari Litmanen (che comunque non ha fatto danni), ma l'equilibrio costruito da Hodgson non puo' non essere lodato: i risultati parlano da soli.

La stagione 2007/08 si chiude con una salvezza per molti insperata. Nel 2008/09 il balzo e' prodigioso: alla partenza il Fulham e' tra i favoriti per retrocedere, e i tifosi sono gia' preparati a un anno di sofferenze, ma facendo un salto di 9 mesi, troviamo Hodgson e i suoi al 7mo posto con 53 punti. E' un piazzamento incredibile, che se confermato - e ormai solo il Tottenham puo' superarli - vorrebbe dire qualificazione per l'Europa League dell'anno prossimo.

Brede Hangeland (meno di 3 milioni) e Mark Schwarzer (a parametro zero) sono stati tra i migliori acquisti di tutta la Premier, e hanno formato la spina dorsale di quella difesa ermietica su cui si e' basato il successo della squadra. I gol non sono arrivati a grappoli, ma quando ti limiti a subire 32 reti in 37 partite e mantieni la porta inviolata in 14 occasioni, non hai bisogno di nessuna goleada.

La ragione principale del successo di quest'anno risiede nella stabilita'. 9 giocatori sono scesi in campo dall'inizio in almeno 30 partite di Premier. Addirittura, in ben 33 partite su 37 il reparto arretrato messo in capo e' stato invariato, col blocco Schwarzer-Pantsil-Hughes-Hangeland-Konchesky che si e' progressivamente trasformato in una delle unita' piu' efficaci dell'intero campionato.

Chiaramente, l'assenza di infortuni ha aiutato non poco, ma non si puo' sottovalutare l'abilita' di Hodgson, che ha azzeccato perfettamente la scelta dei titolari e ha poi dato loro fiducia ininterrotta.

La prossima stagione presentera' nuove sfide per il 61enne allenatore. Per prima cosa, la partenza di Hangeland - unanimamente ritenuto uno dei migliori difensori della Premier - sembra difficile da evitare. Aggiungiamo l'approdo ormai quasi certo in Europa League, e si capisce come un ritorno sul mercato per rafforzare la rosa sia necessario. Il compito di Hodgson, quindi, sara' di acquistare con la stessa saggezza mostrata fino ad oggi, e di creare una squadra piu' flessibile, che sia in grado di affrontare un numero maggiore di impegni. Per quest'anno, pero', il plauso per quanto fatto non puo' che essere assoluto.

Ci sono vari allenatori che si sono distinti in questa stagione: Ferguson e' a un passo dal quarto trofeo, Moyes ha come sempre superato le aspettative e puo' vincere la FA Cup, Pulis ha tenuto agevolmente in Premier uno Stoke che tutti davano per spacciato...tutti questi - e non solo - potrebbero essere considerati validi candidati per allenatore dell'anno.

Pero', per aver portato una squadra dalla retrocessione garantita alla qualificazione per l'Europa nello spazio di 18 mesi, nessuno ha piu' diritto di essere premiato di Hodgson.

Roy Hodgson, allenatore dell'anno 2008/09: chi l'avrebbe mai detto?

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