giovedì 30 aprile 2009

WENGER: LO UNITED SI PENTIRA' DI AVER FATTO SOLO UN GOL

Sconfitti, ma in piena corsa. E' questo il messaggio dell'allenatore dell'Arsenal dopo aver perso 1-0 nella partita di andata della semifinale di Champions' League ieri sera all'Old Trafford. I Gunners, messi sotto in modo abbastanza netto da un ritrovato Man Utd, possono effettivamente trarre conforto dal risultato, che sta sicuramente stretto ai padroni di casa.

Gli uomini di Alex Ferguson, almeno nel primo tempo, sono tornati a giocare con l'intensita' dei mesi invernali, quando sembravano una corazzata inaffondabile. Sospinti dall'esuberanza di Tevez (preferito a Berbatov) e Rooney, e dal dinamismo di Anderson e Fletcher a centrocampo, i primi 45' sono stati uno spettacolo di aggressivita' calcistica, e solo un Manuel Almunia in serata di grazia ha permesso ai Gunners di contenere il passivo a una sola rete. Nel secondo tempo, pur con qualche raro segnale di ripresa per gli ospiti, i Red Devils hanno continuato a macinare gioco e occasioni, e Ronaldo si e' visto negare un altro gol da antologia dalla traversa, che ha ribattuto il suo bolide da fuori con Almunia immobile.

Prestazione dominante ma vantaggio minimo, quindi, e oggi Arsene Wenger ha promesso che fara' pentire gli avversari di non aver capitalizzato la loro superiorita', e che martedi' all'Emirates Stadium si vedra' "un altro Arsenal".

"E' stata una partita difficile per noi - ha detto l'allenatore francese - e contando le palle gol create dal Manchester United, e' chiaro che sono stati superiori. Ma il risultato finale e' stato solo 1-0, e ora abbiamo buone possibilita' di ribaltarlo. La qualificazione e' tutta da giocare, noi abbiamo la qualita' per conquistarla, e ci crediamo. Loro si pentiranno di non aver segnato un secondo gol, e' compito nostro far si' che se ne pentano. E' una buona opportunita' di mostrare il nostro carattere e la nostra forza interiore. Il premio e' una finale e fidatevi, giocando in casa e con cosi' tanto in palio, saremo all'altezza. Sono fiducioso, perche' so che Martedi' prevarremo".

Wenger sperera' di ricevere un ulteriore incoraggiamento dall'ospedale di Manchester, dove Rio Ferdinand sta per essere sottoposto ai raggi-x per valutare la portata del problema al costato che lo ha costretto a uscire poco prima del fischio finale. In caso di rottura di una costola, l'assenza del difensore (ieri sera autore di un'altra prestazione impeccabile) sarebbe garantita.

Chiaramente contento dei suoi - ma meno del risultato - e' Alex Ferguson. "L'aspetto positivo e' che prima della partita abbiamo parlato di vincere senza subire gol, e lo abbiamo fatto - ha detto il 67enne di Govan - la prestazione e' stata ottima e ci siamo dati una buona possibilita' di conquistare la finale. La sfida ovviamente e' ancora aperta, ma col nostro potenziale offensivo siamo certamente in grado di segnare a casa loro, cosa che creerebbe un grosso problema all'Arsenal".

Il ventennale allenatore dei Red Devils non si e' detto sorpreso dall'ottimismo di Wenger: "E' logico che lo sia [ottimista], guardera' a ieri come a una serata positiva per la sua squadra, che potrebbe non avere piu' possibilita' e invece e' ancora in corsa. A volta in questo club facciamo le cose nel modo piu' difficile, e la partita di ieri avra' frustrato i nostri tifosi perche' avremmo potuto mettere gia' un piede in finale. Il loro portiere, pero', e' stato fantastico".

LE PAGELLE DI IERI SERA

Man Utd: Van der Sar 6; O'Shea 7, Ferdinand 7, Vidic 7, Evra 6,5; Carrick 6, Anderson 7, Fletcher 7,5; Ronaldo 6,5, Rooney 7,5, Tevez 7. Subs: Berbatov 6,5, Giggs 6,5, Evans s.v.

Arsenal: Almunia 8; Sagna 5,5, Toure 7, Silvestre 6, Gibbs 6; Song 5,5, Nasri 5; Walcott 4, Fabregas 6, Diaby 4,5; Adebayor 4. Subs: Bendtner 5,5, Eduardo s.v.

mercoledì 29 aprile 2009

CHELSEA: DIFESA DA MANUALE O ANTI-CALCIO?

Come giudicare lo 0-0 di ieri sera al Camp Nou? Le opinioni espresse da giocatori, allenatori e giornalisti nel dopo-partita sono, prevedibilmente, alquanto diverse l'una dall'altra. Da un lato, gli Inglesi esaltano le mosse tattiche di Hiddink, l'impenetrabile difesa dei Blues e il raggiungimento di un risultato che da' grosse speranze per il ritorno a Stamford Bridge; dall'altro, i Catalani si lamentano duramente per l'atteggiamento negativo e iper-difensivista degli avversari, per il loro ricorso a falli tattici e per il comportamento troppo permissivo dell'arbitro.

Come spesso avviene, la realta' e' probabilmente da qualche parte nel mezzo. Di sicuro, l'annuncio di Hiddink che il Chelsea avrebbe cercato di "fare il proprio gioco" attaccando il Barcellona a casa loro si e' rivelato poco piu' di un esercizio linguistico pre-partita. Con Obi Mikel e Ballack ad aggiungersi a Lampard ed Essien in mezzo al campo, e il quinto e teoricamente piu' offensivo centrocampista, Florent Malouda, istruito di aiutare quanto piu' possibile Bosingwa a contenere Lionel Messi, questo e' stato il Chelsea piu' difensivo che si sia visto negli ultimi anni.

Da un punto di vista stilistico, bisogna riconoscerlo, lo spettacolo offerto dai Blues non e' stato esattamente da accademia del calcio, come esemplificato dall'enorme numero di rinvii di Petr Cech che sono terminati direttamente fra le braccia del collega, 100 metri piu' avanti. Inoltre, non sembra del tutto giusto che le squadre abbiano finito la partita con lo stesso numero di cartellini gialli (due) nonostante gli ospiti abbiano commesso il triplo dei falli e ne abbiano fatto un uso abbastanza cinico. Il solo Ballack, gia' ammonito, avrebbe probabilmente meritato di andare negli spogliatoi prima del tempo per una trattenuta su Iniesta lanciato a rete.

Hiddink e i suoi, pero', hanno dei meriti che non possono essere negati. Un dato su tutti: quella di ieri sera e' stata la prima partita casalinga dell'intera stagione in cui il Barcellona non sia riuscito a segnare. E se, come detto, le piccole scorrettezze ci sono state, definire l'approccio o il comportamento dei Blues "deplorevole" e "antisportivo" - come hanno fatto alcuni giocatori del club catalano - e' certamente esagerato e deriva sostanzialmente dalla frustrazione di essere stati tenuti a secco proprio nella serata piu' importante, di fronte ai 95.000 del Camp Nou.

Ogni neutrale avrebbe voluto vedere gol e numeri da cineteca ieri sera, ma la realta' e' che a volte non far segnare gli avversari e' tanto impegnativo quanto realizzare una goleada, e noi Italiani non possiamo far finta di non saperlo...Hiddink, ancora una volta, oltre a ridicolizzare i pronostici del sottoscritto ha dimostrato di saper leggere le situazioni calcistiche come pochi allenatori al mondo. Anche se forse definire lo 0-0 di ieri come un colpo di genio tattico sarebbe un po' azzardato, chiunque abbia osservato il Chelsea lungo tutto il corso della stagione non puo' fare a meno di notare come l'arrivo del tecnico Olandese abbia fatto rinascere la squadra e le abbia restituito quella determinazione che con Scolari era andata smarrita. Particolarmente indicativo l'esempio di Didier Drogba: sotto il Portoghese sembrava un giocatore in attesa solo di essere ceduto, ora invece e' tornato la forza della natura a cui sono abituati i tifosi inglesi, ben contento, se necessario, di sobbarcarsi da solo tutto il peso dell'attacco.

Per finire, pur rischiando di cadere nel qualunquismo, vale la pena sottolineare che nel calcio, e particolarmente nelle fasi finali delle competizioni piu' importanti, quello che conta (e che verra' ricordato) e' il risultato. Il Chelsea ha portato a casa un pareggio che - lungi dal garantire loro la qualificazione - e' probabilmente quanto di meglio potessero sperare dalla trasferta di Barcellona. Si puo' sostenere, a ragione, che l'approccio di ieri sia stata un'ammissione di inferiorita' tecnica, ma se alla fine saranno i Londinesi a scendere in campo nella finale di Roma, a quanti dei loro tifosi importera'?
E soprattutto, bisogna cercare di essere onesti: fosse stata la nostra squadra a tenere a bada il Barça in questo modo, oggi saremmo tutti fieri dei nostri "eroi" e della loro "arte difensiva"...

E ORA MAN U-ARSENAL!
Stranamente tranquilla la vigilia di quest'altra supersfida: Wenger e Ferguson si sono lasciati alle spalle le guerre di parole degli anni scorsi e ora parlano quasi da vecchi amici, manifestando stima ed evitando di creare polemiche. Riteniamo comunque che un minimo episodio dubbio stasera sara' piu' che sufficente a far tornare l'odio...

Ferguson ha velatamente dichiarato di essere tentato dall'idea di schierare assieme Rooney, Ronaldo, Tevez e Berbatov, ma difficilmente si lascera' andare a tanta spregiudicatezza, e l'Argentino sara' come sempre il primo candidato ad accomodarsi in panchina.

Wenger attende conferme sulla possibilita' di impiegare Kieran Gibbs, il 18enne sostituto di Clichy, che pero' soffre per un problema alla caviglia. Se anche lui non dovesse farcela, possibile l'impiego di Silvestre (che pero' non e' al meglio) o lo spostamento di Sagna a sinistra per contrastare l'esplosivita' di Cristiano Ronaldo.

martedì 28 aprile 2009

HIDDINK: PRENDEREMO L'INIZIATIVA

La prima semifinale di andata di Champions' League arriva dal Camp Nou, dove il Chelsea, rivitalizzato dalla cura-Hiddink, affronta un Barcellona ansioso di confermare la fama di squadra piu' forte e spettacolare al mondo.

I Catalani sono favoriti, e non e' difficile capirne il motivo: pur con qualche calo occasionale, la squadra di Pep Guardiola sta dando spettacolo in Spagna e in Europa, e nella stagione in corso ha gia' segnato un totale di 140 gol in tutte le competizioni. Il trio delle meraviglie (Henry, Eto'o e Messi) ha messo la firma su non meno di 65 reti nel solo campionato spagnolo, 9 in piu' di quanto l'intero Chelsea sia riuscito a totalizzare in Premier League.

Sono numeri impressionanti, inavvicinabili per chiunque altro in Europa. Ma ogni squadra ha i suoi punti deboli - anche se forse in questo caso sarebbe piu' accurato definirli "meno forti" - e il Barcellona ha spesso dimostrato di avere una difesa tutt'altro che impenetrabile.

L'allenatore del Chelsea Guus Hiddink e' un'esperto in ribaltare pronostici sfavorevoli, e avra' passato notti insonni cercando di capire come limitare il potenziale offensivo degli avversari. Oggi, l'Olandese ha parlato di coraggio e necessita' di prendere subito l'iniziativa, come avveuto con successo nel quarto di finale di andata a Liverpool.

"Sappiamo di avere di fronte quella che forse in questo momento e' la squadra migliore al mondo, che gioca un calcio molto attraente, ma dobbiamo frenarli e prendere noi l'iniziativa - ha detto Hiddink - se ci mettiamo ad aspettarli e ci facciamo impaurire dalle giocate di un attaccante o di un centrocampista, perdiamo. Dobbiamo essere costruttivi e provare a fare gol, come a Liverpool".

"Il Barcellona ha tanti, tanti elementi in grado di produrre una giocata decisiva - ha continuato il 62enne di Varsseveld - ed e' questo che li rende difficili da affrontare, ma il Chelsea non e' una squadra che puo' aspettare e contrattaccare. Come ci siamo detti nel team meeting, dobbiamo essere coraggiosi e giocare il nostro calcio".

Dal punto di vista difensivo, un problema di cui l'Olandese avrebbe tranquillamente fatto a meno e' la squalifica di Ashley Cole, che avrebbe presidiato la fascia su cui agisce Leo Messi. Dovrebbe essere Jose Bosingwa, normalmente un terzino destro, a farsi carico del non invidiabile compito. Hiddink, comunque, ha gia' dimostrato la sua abilita' nel neutralizzare i principali pericoli avversari (vedi marcatura di Essien su Gerrard nei quarti) e certamente sistemera' il suo centrocampo in modo che il Ghanese, Lampard o Ballack siano spesso in condizione di aiutare la copertura sul fenomeno argentino.

Come limitare l'apporto dello straripante Messi? Hiddink sostiene che "ti puoi concentrare su Messi quando ha la palla, e difendere bene su di lui, ma e' ancora meglio riuscire a limitare il numero di palloni che gli arrivano e il suo coinvolgimento nel gioco. Questo vuol dire che i nostri giocatori che agiscono davanti a lui devono coprire efficacemente. E ancora meglio sara' riuscire a forzare alcuni dei nostri avversari a giocare in zone che non prediligono".

Come sempre, nelle fasi a eliminazione diretta, un gol in trasferta puo' avere un peso decisivo. Hiddink - che nella semifinale di Coppa Campioni del 1988 conquisto' col PSV un 1-1 al Santiago Bernabeu per poi passare il turno con uno 0-0 casalingo - e' un decano delle Coppe Europee: "La responsabilita' in partite come questa e' immensa, serve massima disciplina perche' anche il minimo errore viene punito dai tuoi avversari. A volte, quando si fa un errore in Premier League, l'avversario ha troppa foga per trarne vantaggio, ma col Barcellona e' diverso, loro sono freddi e ti puniscono".

Hiddink ha concluso parlando della sua squadra: "Il Chelsea e' arrivato alla finale l'anno scorso ed e' in semifinale quest'anno: questo e' in se' un grande risultato e bisogna dar credito ai giocatori. Siamo vicini alla realizzazione del sogno di una seconda finale. Per tutti, me incluso, questo sarebbe il traguardo perfetto".

IL MURO DEL PIANTO: NEWCASTLE UNITED
Tempi durissimi a St. James' Park. La terza partita' con in panchina il "Salvatore" Shearer si conclude con uno 0-0 che lascia i Magpies in piena zona retrocessione. Il neo-allenatore mostra coraggio e manda in campo il tridente Owen-Martins-Viduka, ma viene tradito dai suoi attaccanti, che hanno almeno una chiara occasione a testa ma non riescono a produrre il primo gol dell'era-Shearer. Particolarmente deludente Owen, che nel secondo tempo puo' calciare libero da 10 metri ma tira debolmente addosso al portiere del Portsmouth David James. Ora la situazione del Newcastle si fa veramente disperata: la classifica e' impietosa e la prossima partita e' una visita ad Anfield. Lo spettro della retrocessione e degli immensi problemi che ne possono derivare incombe sempre piu' minacciosamente sulla Toon Army.

lunedì 27 aprile 2009

PREMIO ALLA CARRIERA PER GIGGS

In realta', il PFA Player of the Year Award dovrebbe essere soltanto il riconoscimento assegnato tramite i voti dei colleghi al calciatore piu' importante della stagione, ma nel caso del 35enne Gallese - che ha ricevuto oggi il trofeo - il peso di una carriera gloriosa fatta di 18 campionati consecutivi nella massima serie e' stato determinante. Come spiegare, altrimenti, la premiazione di un giocatore che quest'anno ha collezionato solo 12 partite da titolare piu' 12 da sostituto? E che nello stesso periodo ha realizzato una sola rete in campionato (ad Upton Park in Febbraio)? I calciatori di Premier League hanno dimostrato di essere sorprendentemente sentimentali...

Giggs - l'unico giocatore ad avere giocato e segnato in ognuna delle 17 stagioni della nuova Premier League - aveva vinto il premio come miglior giocatore giovane in due occasioni ('92 e '93), ma mai quello assoluto, come ricordato dallo stesso giocatore al momento dell'accettazione del trofeo: "Come riconoscimento personale e' fra i piu' importanti in assoluto, e io non lo avevo mai vinto - ha detto il mancino di Cardiff - e' particolarmente piacevole essere votato dai tuoi colleghi".

Giggs ha poi reso omaggio all'influenza di Alex Ferguson, l'allenatore che gli e' stato a fianco fin dai primi passi con l'accademia dello United nel 1987: "Il mister e' stato fondamentale in tutta la mia carriera fin dalla prima volta che l'ho incontrato, a 13 anni. Lui mi conosce meglio di chiunque altro, il nostro rapporto e' sempre stato ottimo e non fa che migliorare. Sono stato davvero fortunato ad avere una carriera cosi' importante e a giocare con tanti campioni, non posso nemmeno immaginare come sarebbe stato senza Ferguson."

L'ultimo Gallese a portare a casa il premio fu Mark Hughes nel 1990-91, la stessa stagione in cui un Giggs diciassettenne e riccioluto esordiva in Premiership. Da allora, il primo della seconda ondata di Fergie's Fledglings (i talenti portati alla ribalta da Alex Ferguson) ha riempito la sua bacheca con 10 titoli di Premier (l'11° e' quasi al sicuro), 4 FA Cup, 2 Champions' League, 3 Coppe di Lega, una Super Coppa, una Intercontinentale e un Fifa Club World Cup. L'anno scorso, con l'ingresso dalla panchina nella finale di Champions' League (in cui segnera' uno dei rigori nel decisivo shoot-out) ha superato il mostro sacro Bobby Charlton ed e' diventato il giocatore con piu' presenze nella storia del Man Utd. Insomma, se e' vero che il premio della PFA dovrebbe riguardare solo la stagione in corso e quindi Giggs e' un vincitore tutto sommato ingiusto, non e' difficile capire da dove arrivi tutta l'ammirazione dei colleghi...

L'ala dell'Aston Villa Ashley Young ha ricevuto il premio equivalente nella categoria giovani. Il 'best XI' comprende 6 giocatori del Man Utd, due del Liverpool e nessuno dell'Arsenal. Una presenza ache per il Chelsea, ma invece del forse piu' meritevole Frank Lampard, e' Nicolas Anelka a trovare un posto, a conferma dei problemi legati a un sistema che prevede le votazioni a Febbraio, con gran parte della stagione ancora da giocare.

PFA Team of The Year: E.Van der Sar; G.Johnson, R.Ferdinand, N.Vidic, P.Evra; C.Ronaldo, S.Gerrard, R.Giggs, A.Young; N.Anelka, F.Torres.

sabato 25 aprile 2009

LO UNITED TREMA, POI DILAGA

Dura meno di un'ora l'illusione del Liverpool di finire la giornata in testa alla classifica: tanto passa dal secondo gol del Tottenham al completamento della rimonta dello United. Ma andiamo con ordine...delle due pretendenti al titolo, sono i Reds a giocare per primi, il campo e' il KC Stadium di Hull. Allo scadere di un primo tempo privo di particolari emozioni, il Liverpool beneficia di un dubbio calcio di punizione al limite per sbloccare la situazione: il tiro di Xabi Alonso sbatte sulla barriera, ma sul rimpallo lo stesso centrocampista basco insacca con un violento tiro alla sinistra di Myhill.

Con l'espulsione di Fagan e il raddoppio di Dirk Kuyt, la partita sembra completamente chiusa, ma la difesa del Liverpool conferma le incertezze dell'ultimo periodo e permette a Geovanni di insaccare indisturbato un cross basso del neo-entrato Cousin. Questa volta l'amnesia decisiva e' del giovane Argentino Insua. Dopo qualche attimo di tensione, pero', e' ancora Kuyt a chiudere definitivamente i giochi.

Portata a termine la loro parte della missione, gli sguardi di Benitez e soci si spostano sull'Old Trafford, dove a far visita e' un Tottenham in ottimo stato di forma. Gli Spurs infatti partono bene e nel primo tempo Bent e Modric regalano un insperato doppio vantaggio. Al riposo, i campioni in carica sembrano una squadra spenta e abbattuta, ma ancora una volta l'intervallo ci riconsegna un Manchester United trasformato.

L'episodio che apre la rimonta, pero', e' di quelli che faranno discutere a lungo: palla in verticale di Rooney, Carrick controlla ma poi va a terra sul contrasto del portiere Gomes, che pero' sembra prendere prima il pallone. Fra le veementi proteste del portiere e dei difensori, l'arbitro Howard Webb assegna il rigore, Ronaldo trasforma, e per gli Spurs e' l'inizio della fine. Il pallone d'oro e Rooney suonano la carica, e in venti minuti lo United segna altri quattro gol e mette in cassaforte tre punti fondamentali.

Sembra chiaro l'errore dell'arbitro sul rigore, ma va anche riconosciuto il gran carattere dei Red Devils, la cui capacita' di recuperare da situazioni problematiche resta straordinaria.

In zona salvezza, oltre all'Hull perdono Sunderland e Stoke: risultati incoraggianti per Middlesbrough e Newcastle, impegnate rispettamente domani all'Emirates Stadium e in casa contro il Portsmouth lunedi'.

RISULTATI - 34a GIORNATA

BOLTON-ASTON VILLA 1-1 Young(AV) 43', Cohen(B) 60'
EVERTON-MANCHESTER CITY 1-2 Robinho(M) 35', Ireland(M) 54', Gosling(E) 90'
FULHAM-STOKE 1-0 Nevland 29'
HULL-LIVERPOOL 1-3 Alonso(L) 45', Kuyt(L) 63', Geovanni(H) 72', Kuyt(L) 89'
WEST BROM-SUNDERLAND 3-0 Olsson 40', Brunt 58', Menseguez 88'
WEST HAM-CHELSEA 0-1 Kalou 55'
MANCHESTER UTD-TOTTENHAM 5-2 Bent(T) 29', Modric(T) 32', Ronaldo(M) 57', Rooney(M) 67', Ronaldo(M) 68', Rooney(M) 71', Berbatov(M) 79'

venerdì 24 aprile 2009

ONESTO E SCONTROSO, E' TORNATO KEANE


Da ieri, Roy Keane e' ufficialmente tornato nel mondo del calcio. Dopo quasi cinque mesi dal divorzio col Sunderland, l'ex capitano del Manchester United ha firmato un contratto di due anni con l'Ipswich, che dopo un decennio nella serie minore vuole fortemente il ritorno in Premier League.

Nella sua prima conferenza stampa dopo la firma, Keane ha mostrato di essere rimasto lo stesso, e di non aver perso nulla di quella cruda onesta' che ha caratterizzato la sua carriera - non senza causargli problemi - sia in campo che in panchina. Alla domanda su quali fossero le qualita' che abbiano portato ex-giocatori (e compagni di Keane) come Steve Bruce, Bryan Robson e Mark Hughes a diventare allenatori di successo, la risposta del 37enne di Cork e' stata tipica del personaggio: "Chi sono i grandi allenatori di cui parlate? Sparky [Hughes] e Brucey non hanno mai vinto un trofeo, o sbaglio? Hanno del potenziale, ma chiunque puo' avere del potenziale. Steve Bruce ha avuto una buona stagione, ma da quanti anni allena?"

La risposta e' 11, ma nessuno si sogna di interrompere Keane per confermarglielo, e l'Irlandese continua: "Sparky ha fatto un lavoro eccezionale a Blackburn, ma ora deve affrontare nuove sfide al City. Fino a che uno dei miei ex-compagni del '94 non arrivera' a vincere qualcosa, non potro' essere d'accordo con chi mi parla di manager di successo. Per diventarne uno ci vuole molto di piu'. Io credo di poter diventare un buon allenatore di calcio, ma non ho ancora concluso nulla. Ho fatto discretamente al Sunderland, ma voglio essere molto piu' che discreto. Ho la grande aspirazione di venire a Ipswich e vincere qualcosa, preferireste che avessi obiettivi modesti? Per me e' impossibile, sono sempre stato cosi'. Ogni persona che io abbia mai rispettato vuole realizzare qualcosa nella sua vita."

Lo stesso Keane avrebbe potuto realizzare qualcosa di piu' a Sunderland, se non avesse deciso di andarsene dopo le incomprensioni seguite all'arrivo di Ellis Short come azionista di maggioranza. Secondo lui pero' il tempo per la separazione "era giunto", e nelle sue parole si coglie ancora una certa amarezza: "Una delle condizioni piu' importanti che avevo dato arrivato al Sunderland era che non ci sarebbero state interferenze nelle questioni della squadra, ma se poi qualcuno cambia le carte in tavola...non ha nulla a che vedere coi contratti, si parla di promesse e garanzie date dal club. Fareste meglio a chiedere a Niall Quinn o a Ellis Short perche' me ne sono andato. Bisogna rispettare le persone che costituiscono la societa', ma quando c'e' gente che ti dice cosa dovresti fare con la squadra, quando ti devi allenare e dove devi vivere, e' ora di cambiare aria."

L'ultima stoccata e' per l'ex compagno di nazionale Tony Cascarino, che in seguito alle sue dimissioni dal Sunderland ipotizzo' che nessuno lo avrebbe piu' voluto come allenatore:"Non voglio perdere tempo su questo - e' stata la risposta di Keane - sono felice di commentare l'opinione calcistica di persone che rispetto, ma Cascarino non e' certo una di queste, per diversi motivi, e se ve li dicessi rimarreste scioccati. Il giorno che dovro' preoccuparmi di Tony Cascarino sara' un giorno molto triste nella mia vita."

Sempre leggermente spigoloso, il buon Roy...ma in un calcio costantemente invaso da cliche', frasi fatte e interviste prevedibili che non comunicano nulla di sincero o interessante, il ritorno di un allenatore che dice quello che pensa non puo' che essere benefico. Ci auguriamo di rivederlo in Premier League il prima possibile.

LE PARTITE DEL WEEK-END

Sabato, ore 16 italiane
Bolton - Aston Villa
Everton - Manchester City
Fulham - Stoke City
Hull City - Liverpool
West Brom - Sunderland
West Ham - Chelsea
Manchester United - Tottenham (h 18.30)

Domenica
Arsenal - Middlesbrough (h 14.30)
Blackburn - Wigan (h 17)

Lunedi'
Newcastle - Portsmouth (h 21)

giovedì 23 aprile 2009

LO UNITED ZOPPICA VERSO IL TITOLO - E' FATTA?

Dopo l'ennesima follia firmata Liverpool di Martedi', ieri sera siamo tornati alla normalita' calcistica. Da un lato, l'Everton ha confermato la sua grande solidita' attuale arrivando a 210 minuti di calcio giocato contro Man Utd e Chelsea senza subire gol; dall'altro, i campioni in carica hanno compiuto un altro passo importante verso il titolo, confermando pero' di non essere piu' la squadra che gioca il calcio migliore o piu' divertente della lega.

Il Portsmouth ha fatto del suo meglio per mettere i bastoni fra le ruote dei Red Devils, andando vicino in alcune occasioni a pareggiare il vantaggio di Rooney prima che il gol di Carrick mettesse al sicuro la vittoria. La stagione dello United, o perlomeno il suo gioco, non e' tornata ai livelli dei mesi invernali, nonostante la vittoria decisiva in Portogallo della settimana scorsa. Chiaramente, la squadra ha qualita' sufficente per spingersi oltre il traguardo della Premier League, ma al momento l'impressione e' che sara' il trionfo della perserveranza piu' che dell'ispirazione. Senza contare la semifinale di Champions' League, dove difficilmente prestazioni appena accettabili saranno sufficenti per uscire vincitori.

Le quotazioni delle inseguitrici, dopo questo turno infrasettimanale, si sono ovviamente abbassate, ma d'altronde sarebbe stato cosi' anche se Liverpool e Chelsea avessero vinto. La vicinanza alla fine del calendario implica che ogni vittoria dello United costituisce un grosso passo verso il diciottesimo titolo nazionale, a prescindere dagli eventi degli altri campi.

E' d'altronde lecito immaginare che, nell'analisi di Hiddink o Benitez sulle ultime giornate di campionato, nessuno dei due allenatori avesse considerato l'impegno in casa col Portsmouth come una probabile fonte di punti persi per i campioni. La vera delusione e' arrivata dalle loro stesse squadre, incapaci di portare a casa tre punti essenziali, seppur contro avversari alquanto impegnativi. Per il Chelsea, lo stesso Hiddink ha ragionevolmente ammesso che la loro corsa al titolo e' realisticamente terminata; per il Liverpool, il minimo "regalo" di cui avra' bisogno dalle ultime avversarie dello United e' passato da due pareggi a due sconfitte.

I Reds e il loro allenatore possono ricavare qualche barlume di speranza dal calendario dei Red Devils, che fra le sei partite rimaste prevede ancora Arsenal e Manchester City. I Gunners arriveranno alla partita dell'Old Trafford dopo la doppia sfida di Champions' League: che sia voglia di vendetta o solo di confermare la propria superiorita', gli stimoli per inguaiare Rooney e soci non mancheranno. E per i rivali cittadini, che oltretutto hanno grande bisogno di un finale di stagione incoraggiante, le motivazioni nel derby sono automaticamente garantite.

Fra le altre partite, lo United deve fare visita a Hull e Middlesbrough: due squadre indubbiamente modeste, ma che sono alla ricerca disperata di punti. Anche i rimanenti due avversari, gli Spurs e il Wigan, hanno potenzialmente ancora qualcosa da chiedere al campionato, sotto forma di possibile ingresso nell'Europa League, la nuova Coppa Uefa.

Insomma, le speranze degli inseguitori (ormai ridotti al solo Liverpool) sono tenui, ma non del tutto spente. Per i Reds, quindici punti nelle ultime cinque partite sono la premessa imprescindibile a qualsiasi pensiero di rimonta, e gia' Sabato una mancata vittoria con l'Hull metterebbe veramente la parola fine sulla corsa al titolo 2008/09.

Il Manchester United e' sempre piu' vicino alla terza Premier League consecutiva, e i tifosi hanno ben ragione a sostenere che le incertezze dell'ultimo periodo svaniranno nel nulla nel momento che Ferguson e i suoi alzeranno il trofeo, affiancando cosi' i rivali storici del Liverpool a 18 campionati vinti. In Europa, pero', non ci sono vantaggi da amministrare, e se i Red Devils di questo ciclo vogliono confermare la double dell'anno scorso e iscrivere definitivamente i loro nomi nella leggenda dei piu' grandi dell'Old Trafford, avranno bisogno di ritrovare quello splendore che ultimamente sembra aver abbandonato il Theatre of Dreams.

IL RITORNO DI ROY KEANE
No, non nello United, anche se e' proprio di un giocatore come "Keano" che i Red Devils avrebbero bisogno per la spinta finale...l'ex allenatore del Sunderland, disoccupato da Dicembre, ha firmato un contratto biennale come allenatore dell'Ipswich. Keane prende il posto di Jim Magilton, licenziato per aver fallito l'accesso ai play-off di Championship. Il compito del neo-allenatore Irlandese sara' di riportare la squadra in Premier League.

mercoledì 22 aprile 2009

IL POKER-BOY ARSHAVIN: "E' SOLO L'INIZIO"

Qualche strano virus sembra aver contagiato il Liverpool FC. Da alcune settimane la squadra di Benitez, precedentemente conosciuta come accorta e conservatrice, si e' trasformata in una macchina da spettacolo e gol (anche subiti, per loro sfortuna). In poco piu' di un mese, i Reds hanno segnato quattro o piu' reti in non meno di sei partite: Manchester United, Real Madrid, Blackburn, Chelsea, Aston Villa e Arsenal.

La partita di ieri sera contro l'Arsenal e' stata tanto pazzesca quanto il ritorno di Champions' League a Stamford Bridge. Il Liverpool ha giocato il calcio migliore, ma ha pagato ancora una volta le incertezze difensive che, sorprendentemente, sembrano essere diventate parte integrante delle prestazioni della squadra.

A beneficiare degli errori della retroguardia dei Reds, oltre che del fatto di essere chiaramente in possesso di un talento straordinario, ieri sera e' stato Andrey Arshavin, che ha messo la firma su tutti e quattro i gol dell'Arsenal ed e' cosi' diventato il primo giocatore ospite in oltre 60 anni a segnare un poker ad Anfield in campionato (l'ultimo fu Dennis Westcott del Wolverhampton nel 1946). Non male per uno che ha giocato appena una decina di partite in Inghilterra...

Il campioncino russo - inspiegabilmente lasciato in panchina per la maggior parte della semifinale di FA Cup persa contro il Chelsea - ritiene comunque di dover ancora raggiungere la condizione perfetta. "Non penso di essermi ancora adattato completamente, e nel primo tempo, a parte il gol, non ho fatto molto altro - ha detto Arshavin - non e' facile, ma ci sto provando. Sono un nuovo giocatore e ho bisogno di tempo. Quando avro' fatto la preparazione completa per la prossima stagione, tutto sara' migliore."

Il 27enne di San Pietroburgo ha aggiunto: "Finora avevo segnato una tripletta solo due volte in tutta la carriera. Sono felice, ma anche dispiaciuto perche' non siamo riusciti a vincere. Entrambe le squadre hanno lottato per i tre punti, cosa posso dire? E' stato uno spettacolo di calcio incredibile, tipico da Inghilterra."

L'Arsenal e' arrivato a 19 risultati utili consecutivi in campionato, una sequenza inferiore solo agli "Invincibles" di Henry e Vieira, ma l'allenatore Wenger riconosce che la sua difesa, pur con i molti problemi legati alle assenze, deve ridurre drasticamente il numero di errori. "Il grande rammarico e' che dopo 10 minuti del secondo tempo ci siamo ritrovati sotto 2-1 ma solo a causa di pericoli creati da noi stessi, per palloni che non siamo riusciti a liberare adeguatamente dalla nostra area di rigore. Il nostro obiettivo ora e' di continuare imbattuti in Premier e qualificarci per la finale di Champions' League."

Col pareggio di ieri sera, il Liverpool ha agganciato il Man Utd in testa alla classifica, ma i Red Devils hanno due partite da recuperare, e gia' stasera possono riportarsi in vantaggio di tre punti vincendo all'Old Trafford contro il Portsmouth. Si gioca alle 21 Italiane, cosi' come a Stamford Bridge, dove Chelsea e Everton chiudono la 33a giornata con una "prova generale" della finale di FA Cup del 30 Maggio.

martedì 21 aprile 2009

ARSENAL-LIVERPOOL E MIDWEEK NEWS

AI REDS SERVE LA VITTORIA
Le semifinali di FA Cup hanno lasciato da recuperare tre partite di Premier League, che vengono giocate fra oggi e domani. La sfida piu' appetitosa e' quella di stasera e arriva da Anfield, dove a far visita e' l'Arsenal. Nei Gunners e' in corso il consueto andirivieni di infortunati e recuperati che rendono la rosa di Wenger una delle piu' instabili della Premier. In difesa rientra Sagna a destra ma restano ancora fuori Clichy e Djourou, che dovrebbero tornare disponibili per la semifinale di Champions' League, oltre al portiere Almunia (qualche settimana in piu' per lui) e a William Gallas (stagione finita per l'ex capitano). L'instabilita' non si limita al reparto arretrato: davanti si sono fermati Van Persie e Adebayor (solo fastidi per entrambi), ma e' tornato disponibile Eduardo Da Silva. Certo comunque il rientro di Arshavin, sorprendentemente lasciato fuori nella semifinale di coppa persa sabato col Chelsea.

Nel Liverpool, una sola assenza ma di quelle pesanti: il capitano Steven Gerrard soffre ancora per il riacutizzarsi del fastidio all'inguine e ha bisogno di altri 7-10 giorni per recuperare completamente. I giocatori del Liverpool hanno avuto un weekend di riposo e Benitez, che chiaramente dei due allenatori e' quello che ha piu' da perdere in questa partita, mandera' in campo la miglior formazione possibile con Torres a capeggiare l'attacco. Una vittoria porterebbe i Reds provvisoriamente in testa alla classifica in attesa di Man Utd-Porstmouth di domani.

STAGIONE FINITA PER BELLAMY
L'allenatore del Manchester City Mark Hughes ha comunicato che l'infortunio al ginocchio di Craig Bellamy lo terra' probabilmente fuori per tutto il resto della stagione. "Craig ha bisogno di due settimane di riposo assoluto prima di cominciare il recupero - ha detto Hughes - e' possibile che possa tornare per le ultime due partite, ma in questo momento non sembra troppo probabile".
Se il rientro di Bellamy avverra' all'inizio della stagione 2009/10, quante sono il possibilita' che sara' il tecnico gallese a scrivere il nome del suo connazionale sul team sheet? I proprietari del City non si sono ancora espressi sul futuro della panchina, ma dubitiamo che Hughes si senta in una botte di ferro...

SANTA CRUZ E BENT VERSO L'USCITA
Il 27enne attaccante Roque Santa Cruz ha confermato che la sua esperienza con i Blackburn Rovers sta per volgere al termine. Il Paraguayano, che quest'anno non ha potuto confermare i 19 gol del campionato 2007/08 a causa di una serie di infortuni, ha implicitamente ammesso di aver gia' giocato la sua ultima partita con la maglia biancazzurra: "Ne ho parlato con la societa' e loro sanno benissimo che la mia intenzione e' di continuare la carriera in un club piu' grande e piu' ambizioso. Ora ho appena sostenuto un'operazione al ginocchio, per il recupero ci vorranno 4-6 settimane, quindi e' abbastanza difficile che io possa rientrare in questa stagione."

Anche Darren Bent ha espresso dubbi sulla sua permanenza al Tottenham. Il 25enne attaccante, che pur con un rendimento altalenante quest'anno ha segnato 11 gol in Premier, non sembra attirato dall'idea di giocarsi il posto in campo con gente del calibro di Defoe, Keane e Pavlyuchenko: "A nessuno piace sedersi in panchina - ha detto Bent - quest'anno avrei voluto giocare piu' partite e segnare piu' gol. La mia stagione e' stata alti e bassi, vedremo cosa succedera' quando sara' finita."

LA FA PROMETTE DI MIGLIORARE WEMBLEY
Non lo stadio, quello va bene...i problemi riguardano il manto erboso, che e' stato pesantemente criticato sia da Arsene Wenger che da Alex Ferguson. L'allenatore dell'Arsenal lo ha definito "ridicolo", mentre Fergie ha rivelato di aver lasciato fuori tre elementi dell'undici titolare per paura di infortuni. Il campo di Wembley soffre il pesante utilizzo della struttura per eventi non-calcistici, che risultano in una superficie di gioco non perfettamente livellata e in un manto erboso fragile, che si riempie facilmente di buche e irregolarita'.
Il rifacimento totale del terreno e' previsto per quest'estate, ma la FA ha promesso miglioramenti gia' dalle prossime partite: ne sono previste ben otto prima della fine della stagione, fra cui la finale di FA Cup, la partita della nazionale contro Andorra e le finali di tutti i play-off delle serie minori.

lunedì 20 aprile 2009

I RIGORI PUNISCONO LE SCELTE DI FERGIE

Saranno Everton e Chelsea a contendersi la Coppa d'Inghilterra il 30 Maggio a Wembley.

Nella prima semifinale, Sabato, l'Arsenal cade vittima dell'ennesima epidemia di infortuni, e forse anche di una scelta discutibile di Wenger. Da un lato le assenze di tre quarti della difesa titolare (Gallas, Sagna e Clichy) piu' il portiere Almunia lasciano il tecnico alsaziano senza opzioni per il reparto arretrato; dall'altro, pero', fa discutere la decisione di lasciare in panchina Arshavin (teoricamente uno dei piu' freschi non avendo potuto giocare in Champions' League) a favore di Abou Diaby, che deludera' profondamente.

Drogba conferma il suo momento d'oro: e' lui a chiudere il match sfruttando da rapace un'uscita avventatissima di Fabianski. La prestazione del giovane portiere polacco (che avrebbe sperato di festeggiare il 24esimo compleanno in modo totalmente diverso) viene definita da tutti i giornali inglesi come un nightmare: anche sul primo gol, infatti, l'estremo difensore non e' esente da colpe, col destro non imparabile di Malouda che si infila sul primo palo.

Per i Gunners, l'unica speranza di mettere un trofeo in bacheca per la prima volta dal 2005 e' ora legata alla Champions' League. Il Chelsea, invece, pur escludendo realisticamente la rimonta in campionato, resta saldamente in corsa per un'eccezionale Cup Double "pesante" (senza cioe' la "Cenerentola" Carling Cup). Dovesse realizzarsi, ci immaginiamo che Abramovich sara' disposto a vendere lo yacht pur di tenere Hiddink, regista della rinascita dopo la cacciata di Big Phil Scolari.

Sorpresa nella seconda semifinale: e' l'Everton a qualificarsi per la finalissima, mentre il Manchester United abbandona i sogni di quintuple di trofei stagionali. Anche in questo caso, lasciano perplesse alcune scelte di Alex Ferguson per l'undici titolare: in tribuna Rooney e Ronaldo, sono otto i cambi rispetto alla trasferta vincente di Oporto. Macheda parte titolare e mostra molta volonta' e qualche buon tocco, ma stavolta non riesce a essere decisivo. Ci va piu' vicino l'altro baby Wellbeck (18 anni), che al 70' viene atterrato in area da Phil Jagielka. Ma l'arbitro Mike Riley - che David Moyes in settimana aveva ipotizzato essere un fan del Man United - decide di non concedere il rigore. Anche Moyes conferma di saperne un paio sulla "guerra psicologica"...

Dopo 120 minuti nel complesso deludenti, la partita viene decisa ai calci di rigore. Il primo penalty di Cahill vola sopra la traversa come fosse un boomerang lanciato nell'Outback australiano, ma il neo-entrato Berbatov restituisce la cortesia con il tiro dagli 11 metri piu' moscio che ci si possa immaginare. Baines e' il primo a gonfiare la rete, al contrario di Ferdinand che si fa parare il tiro dall'ex-United Tim Howard. Il vantaggio di un gol resta invariato fino al quinto rigore, che Jagielka trasforma facendo esplodere la gioia dei tifosi dei Toffees.

Finita la partita, Ferguson si e' lamentato fortemente per il rigore non dato: in effetti l'errore arbitrale e' macroscopico, ma non e' certo l'unico motivo della sconfitta. Per l'Everton, la finale di FA Cup e' un sogno che si avvera, e i superlativi per descrivere il lavoro di David Moyes si sprecano. Con mezzi economici assolutamente limitati (inferiori, per esempio, a squadre come Newcastle o Tottenham), il tecnico scozzese ha prodotto un'altra stagione di altissimo livello. La conquista della FA Cup (per il Club si tratterebbe del primo trofeo dalla vittoria della stessa coppa nel 1995) sarebbe un eccezionale coronamento di 7 ottimi anni sulla panchina dei Toffees.

venerdì 17 aprile 2009

FA CUP: LE SEMIFINALI STORICHE

Oltre alla 33a giornata di Premier League, questo fine settimana si giocano le due semifinali di FA Cup. Quest'anno le sorprese di coppa sono state meno rispetto ad altri anni, e le quattro squadre rimaste sono composte da tre delle Big Four piu' una delle squadre di Premier League piu' in forma degli ultimi mesi. Si comincia domani con Arsenal - Chelsea, mentre Manchester United - Everton e' in programma domenica. Entrambe le sfide si svolgono a Wembley.

Facciamo ora un po' di amarcord, e ripercorriamo alcune delle semifinali migliori della storia recente di questa coppa che, nata nel 1871, e' la competizione calcistica piu' antica del mondo.

ARSENAL 1 MANCHESTER UNITED 2
Villa Park, 1999
La scelta e' scontata, ma come dimenticare i colpi di scena di una partita che diede allo United la spinta decisiva verso la conquista della storica treble?
La prima sfida era terminata 0-0, ma questo replay si rivela parecchio piu' emozionanate...
Un gran destro da fuori di Beckham porta i Red Devils in vantaggio nel primo tempo, ma nel secondo e' Dennis Bergkamp a pareggiare, pochi minuti prima dell'espulsione di Roy Keane. A tempo scaduto, Phil Neville atterra Ray Parlour in area e per gli uomini di Ferguson sembra finita. Ma Schmeichel para il rigore di Bergkamp e si va ai supplementari, dove Giggs chiude i conti con il gol piu' bello della storia della competizione.

Vi e' venuta voglia di guardare una sintesi piu' lunga? Eccola qua.

MIDDLESBROUGH 3 CHESTERFIELD 3
Old Trafford, 1997
Su un sito calcistico inglese e' stata definita una delle grandi ingiustizie della storia...Il Chesterfield, squadra di Division Two (la terza serie), ha compiuto il miracolo ma ovviamente arriva alla partita col Middlesbrough di Ravanelli da sfavorita. L'atmosfera di coppa, pero', trasforma le squadre, e il Chesterfield si porta sorprendentemente in vantaggio 2-0. Con l'espulsione di Kinder del Boro, sembra ormai fatta per gli Spireites che gia' vedono materializzarsi il sogno-Wembley. Ravanelli dimezza lo svantaggio ma poi Howard del Chesterfield stampa un tiro sotto la traversa e oltre la linea di porta. Il piccolo particolare e' che l'arbitro non vede il gol e fa proseguire...per il Boro e' scampato pericolo, e i Teesiders riescono a raddrizzare la partita per poi, prevedibilmente, vincere 3-0 nel replay.

In questo filmato un po' strano, quello che forse sarebbe dovuto essere, e che certamente avrebbero sognato i tifosi del Chesterfield.

LIVERPOOL 3 CRYSTAL PALACE 4
Villa Park, 1990
Poco piu' di sei mesi prima, la visita del Palace ad Anfield si era trasformata in un massacro, coi padroni di casa vincitori per 9-0.
Tutto diverso pero' l'anno dopo a Villa Park. In una semifinale indimenticabile, e' Ian Rush a portare in vantaggio i Reds, ma Mark Bright prima e Gary O'Reilly poi portano in vantaggio il Palace a 20 minuti dalla fine. Poi nel quarto d'ora finale succede di tutto: McMahon pareggia e subito dopo un rigore di John Barnes sembra sigillare l'approdo dei Reds in finale. Ma Andy Gray segna il 3-3 al 90', e nel secondo tempo supplementare il futuro allenatore di West Ham e Charlton Alan Pardew segna il gol dell'incredibile vittoria.

MANCHESTER UNITED 3 OLDHAM 3
Maine Road, 1990
Decisamente un anno positivo per le semifinali...l'Oldham, che gioca in seconda divisione, nel '90 si dimostra squadra fatta su misura per le coppe, e dopo la finale di League Cup (persa 1-0 col Nottingham Forest) si copre di gloria anche in FA Cup.
La partita che ne nasce e' spettacolare: Barrett (non Syd) porta i Latics in vantaggio, prima del pareggio di Bryan Robson. Un gol fortunoso di Neil Webb porta avanti i Red Devils ma Ian Marshall e la sua chioma fluente ristabiliscono la parita'. Saranno i gol di Danny Wallace (United) e Roger Palmer (Oldham) a completare una partita assolutamente indimenticabile.

Il sogno dell'Oldham pero' finira qui'. Lo United avra' la meglio 2-1 nel replay e vincera' poi anche la finale di Wembley.

ARSENAL 1 SUNDERLAND 2
Hillsborough, 1973
Il 1973 e' un anno storico per ogni tifoso dei Black Cats: con la squadra in Seconda Divisione, arriva la seconda FA Cup della storia. La finale contro il Leeds e' impressa indelebilmente nella leggenda, ma anche la vittoria in semifinale sui Gunners (che quell'anno puntavano alla double campionato-coppa) e' memorabile.
Un errore difensivo e un colpo di testa di Billy Hughes danno un insperato doppio vantaggio al Sunderland, e non basta il gol del fantasista dei Gunners Charlie George. Incredulita' per giocatori e tifosi dell'Arsenal, gioia incontenibile per il Sunderland: l'FA Cup ha regalato l'ennesima sorpresa.
Dopo l'inaspettata eliminazione in Coppa, per l'Arsenal la stagione si chiude in disfatta: in campionato il Liverpool completa la rimonta e lascia i Gunners senza alcun titolo dopo un anno costantemente al vertice.

giovedì 16 aprile 2009

L'EUROPA CALCISTICA PARLA SEMPRE PIU' INGLESE

I quarti di finale di Champions' League sono stati, e' il caso di dirlo, un ghiotto spettacolo, che ha portato tre squadre di Premier League in semifinale per il terzo anno consecutivo. Garantita quindi la presenza di almeno una squadra inglese in finale, cosi' come in ognuna delle quattro precedenti edizioni. Il "quarto incomodo", quel Barcellona che l'anno scorso dovette cedere ai futuri campioni del Manchester United, quest'anno appare piu' che mai attrezzata per rovinare i piani delle Britanniche ma, a prescindere da quello che succedera', la dominazione inglese in Europa e' sempre piu' un dato di fatto.

Il gol-capolavoro di Ronaldo (eccolo qua, vale la pena riguardarlo ancora) e' stato sufficente per i Red Devils, che sono diventati la prima squadra inglese ad uscire vincitrice dallo stadio Do Dragao di Oporto. Il pallone d'oro si e' preso una bella rivincita su tutti quelli che (giustamente) avevano criticato il suo rendimento di quest'anno. La realta' e' che non e' per niente facile confermarsi dopo una stagione in cui si e' segnato 42 gol, ed e' indicativo il fatto che Ronaldo, pur con tutti gli atteggiamenti negativi e le partite sottotono, oltre a essere decisivo in Europa e' anche il capocannoniere di Premier League.

Il ritorno di Ronnie ai massimi livelli potrebbe essere un fattore decisivo per il finale di stagione dei Red Devils. Altrettanto importante, pero', e' stato e sara' il recupero di Rio Ferdinand. Il difensore della nazionale inglese ha disputato una partita impeccabile e la sua partnership con Vidic resta una delle piu' solide d'Europa. Lo United dispone di discreti panchinari, ma ieri si e' avuta la dimostrazione definitiva che solo con i suoi due centrali titolari la difesa puo' trasformarsi in quel muro insuperabile che ha gia' stabilito il record di imbattibilita' in Premier League. Se Ferdinand e Vidic riusciranno a finire la stagione senza altri infortuni, l'ipotesi che lo United torni agli splendori dei mesi scorsi e conquisti ogni trofeo disponibile e' tutt'altro che azzardata.

Sulla strada di una seconda Champions' League consecutiva (impresa mai riuscita a nessuno col nuovo formato introdotto nel 1991), Ferguson trovera' i vecchi nemici dell'Arsenal, che ieri si sono sbarazzati agevolmente del Villarreal. Wenger oggi ha definito la sua squadra "big outsiders" rispetto alle altre tre semifinaliste. Chi conosce l'allenatore francese, pero', sapra' benissimo che questa non e' che la prima parte di una mini-guerra psicologica che, come di consueto, Wenger e Ferguson affronteranno a colpi di stuzzicate e piccole polemiche da qui alla partita del 29 Aprile. I ricordi delle battaglie in Premiership sono ancora freschi.

La solita nube nel cielo dei Gunners sono gli infortuni. Se e' vero che ieri sera, per la prima volta da mesi, Wenger e' stato in grado di schierare la squadra migliore dal centrocampo in su, ora e' il reparto arretrato a preoccupare: assenti Gallas, Djourou e Clichy, ieri la panchina dell'Arsenal non comprendeva neppure un difensore. Il rientro di Clichy e' fissato fra una settimana, ma per Gallas la stagione e' finita, e per Djourou non si hanno ancora notizie certe.

Fondamentale, comunque, e' stato il rientro del capitano Cesc Fabregas. Lo Spagnolo ha una capacita' di orchestrare il gioco come pochissimi in Europa, e a 21 anni mostra una personalita' impressionante. Il tocco alla cieca per il primo gol di Walcott (qui a 0:48) ha qualcosa di geniale per semplicita' ed efficacia: Fabregas ha quella capacita' di decidere in un nanosecondo e di far sembrare le cose difficili facilissime. L'intera squadra gira in modo diverso quando lo Spagnolo e' in campo, e questo non puo' che essere il segno di un vero fuoriclasse.

Solo due settimane ci separano dalle semifinali. Se il turno appena terminato e' l'esempio da cui partire, ci sara' da divertirsi...

mercoledì 15 aprile 2009

QUANDO IL PALLONE E' DIVERTIMENTO PURO

Un appassionato di calcio si autodefinisce tale quando ha alle spalle anni, o piu' probabilmente decenni, di osservazione dello sport in diverse varianti. Se qualcuno ci presentasse il conto delle ore che abbiamo passato guardando ventidue uomini (o donne) che corrono dietro al pallone, sia attraverso lo schermo che dal vivo, ci accorgeremmo che e' stata una discreta fetta del nostro tempo libero. E come potrebbe essere altrimenti? Il calcio, lo sappiamo, non e' mai fuori posto. Tutto cio' che e' pallone ha un suo potenziale valore come spettacolo visivo: la partita del campionato messicano alle tre del mattino di una notte insonne, la sintesi dell'incontro di serie A che abbiamo gia' visto quattro volte, anche le qualificazioni dell'under 17 che "chissa' se viene fuori qualche campione".

Questa assunzione di pallone sotto varie forme crea in ciascuno di noi una specie di saggezza calcistica, presunta o reale: da un lato pensiamo di poter prevedere l'andamento di una partita o i giocatori determinanti piu' accuratamente della maggior parte della gente, dall'altro ci sentiamo talmente temprati, talmente abituati a colpi di scena sportivi che nulla ci puo' davvero sconvolgere.

A volte, pero', l'unica soluzione possibile e' ammettere che non ci si era immaginati un quarto della realta', che si e' stati colti di sorpresa e che ancora una volta una partita di calcio ci ha tenuto con gli occhi incollati allo schermo senza la minima idea di cosa sarebbe potuto accadere nel minuto seguente. E' questo il caso di ieri sera.

L'accoppiamento Liverpool-Chelsea e' stato salutato in Inghilterra da cori di sbadigli. Quattro anni consecutivi di scontri caratterizzati da monotonia cronica con occasionali momenti di emozione hanno reso tutti molto scettici sul potenziale di questa sfida. E invece, dopo un match d'andata gia' ricco di episodi e gol, il ritorno e' stato semplicemente una delle partite piu' eccitanti e coinvolgenti della storia della Champions' League. Prima di quest'anno, il computo di gol nelle sfide europee fra le due squadre (supplementari esclusi) era di sette reti totali in settecentoventi minuti di gioco; ieri, i nostri occhi increduli ne hanno potute ammirare otto in novanta.

E' stato uno spettacolo assoluto. I due gol del Liverpool nel primo tempo hanno subito riportato in bilico la qualificazione; anzi, conoscendo i Reds versione europea, la sensazione era che avrebbero proprio fatto il colpaccio. Ma ecco l'intervento di Hiddink, che butta dentro Anelka dopo solo 35 minuti (il Francese produrra' due assist) e - come da lui raccontato oggi - nell'intervallo perde le staffe e aggredisce verbalmente i suoi giocatori. Conseguenza? I Blues tornano in campo ri-trasformati nella squadra implacabile dell'andata, e in mezz'ora piazzano un uno-due-tre alla Mike Tyson dei tempi d'oro. A un quarto d'ora dal termine il vantaggio totale di Lampard e compagni e' sei a tre, e tutto cio' che sembra rimanere e' un certo dispiacere misto a rispetto per i valorosi sforzi del Liverpool.

Ma e' tutt'altro che finita, e l'ultimo quarto d'ora consegna definitivamente la partita al folklore del calcio europeo. La sostituzione di Torres sa di bandiera bianca da parte di Benitez, ma i suoi giocatori hanno altre idee, e all'ottantesimo segnano due gol in tre minuti per riportarsi a un sola rete dal completamento della rimonta piu' clamorosa della storia della Champions' League. A questo punto, non si puo' non essere consapevoli di stare guardando qualcosa di eccezionale, e l'unica cosa che resta da fare e' rimanere seduti con occhi spalancati in attesa del prossimo colpo di scena, che arriva infatti al 90'. L'ultima firma su questa folle storia e' di Frank Lampard, che dopo una partita sfiancante trova ancora la freddezza di infilare la palla di prima poco sotto l'incrocio dei pali.

Sei degli otto gol - possiamo escludere il rigore e il tiro da fuori deviato - sono stati di alta qualita': punizioni di rara precisione o potenza, scambi di prima, guizzi da goleador di razza...un vero catalogo su come gonfiare ripetutamente la rete e mandare a casa i propri tifosi piu' vecchi di dieci anni. Non ce ne vogliano i puristi, che oggi preferiscono etichettare lo show di ieri come un insieme di errori difensivi e sbilanciamenti tattici: abbiamo ammirato due squadre spregiudicate, coraggiose, che non hanno e non avrebbero mai mollato, e hanno mostrato quale sia l'anima bella dello sport che amiamo. I tifosi di Chelsea e Liverpool devono sentirsi ugualmente orgogliosi: sono partite come questa che rendono il calcio immortale.

martedì 14 aprile 2009

LE ULTIME SU LIVERPOOL-CHELSEA

E' confermata la presenza di Steven Gerrard dall'inizio. Benitez ha definito l'impiego del capitano "un rischio calcolato", nel senso che il giocatore chiaramente non e' al massimo e il suo utilizzo potrebbe portare ad un'assenza piu' lunga che condizionerebbe a quel punto anche la rincorsa al titolo di Premier League. Ma la mossa e' obbligata: se i Reds vogliono avere qualche speranza di ribaltare il pesante passivo dell'andata hanno bisogno della loro formazione migliore, come confermato diplomaticamente anche dal loro allenatore: "Steven e' potente e segna molti gol, ovviamente possiamo fare bene anche senza di lui, ma con lui e' piu' facile."

Rientra anche Javier Mascherano, la cui assenza all'andata ha pesato moltissimo: il Brasiliano Lucas ha un buon passaggio ma non e' in grado di garantire il filtro a centrocampo e la copertura difensiva dell'argentino.

Benitez ha poi difeso la tanto criticata difesa a zona su corner e calci di punizione, additata come responsabile dei due gol su calcio d'angolo presi all'andata: "Noi siamo contenti del nostro modo di difendere. Si e' criticato molto la zona sui calci piazzati, ma la realta' e' che quest'anno le squadre di vertice hanno tutte subito un numero molto simile di gol da calcio piazzato, a prescindere dal sistema utilizzato. A noi la zona ha dato e continuera' a dare ottimi risultati. Alla fine cio' che fa la differenza e' il comportamento dei giocatori."

Parlando delle possibilita' di passaggio del turno, Benitez si e' detto moderatamente ottimista: "Abbiamo gia' vinto a Stamford Bridge quest'anno. Siamo stati noi a rompere il record di imbattibilita' interna del Chelsea e questo ci da' un grande stimolo. Lavorando come una squadra, dobbiamo segnare nel primo tempo; a quel punto, un altro gol puo' mettere loro sotto pressione. Sappiamo, comunque, che dobbiamo essere praticamente perfetti."

I bookmakers inglesi sono pronti a pagare oltre 10 a 1 per il passaggio del turno del Liverpool.

Sul fronte Chelsea, pesa la squalifica di Terry per somma di cartellini: al centro della difesa ci saranno Alex e Carvalho, con l'eroe dell'andata Ivanovic a presidiare la fascia destra (ancora infortunato Bosingwa).

Hiddink ha parlato della partita di sabato contro il Bolton, in cui i Blues si sono fatti recuperare da 4-0 a 4-3 in meno di dieci minuti e hanno seriamente rischiato di perdere i tre punti nel finale: "Il match contro il Bolton e' stato un grosso campanello d'allarme - ha detto l'allentore olandese - sul 4-0 una distrazione puo' avvenire, ma cosi' tante e' inammissibile. E' stato un utile avvertimento in vista del ritorno di Champions' League"

Riguardo alla partita di stasera, Hiddink ha espresso gran rispetto per l'avversario e promesso un Chelsea all'attacco: "Puntiamo alla vittoria in casa e ci siamo preparati con grande attenzione. Molti hanno detto che con un risultato cosi' in trasferta, il ritorno in casa non puo' dare problemi, ma nessuno di noi la pensa cosi'. Il Liverpool e' una grande squadra che gioca un bellissimo calcio, e noi lo sappiamo. Non c'e' mai ragione di prendere sotto gamba un avversario, e tanto meno in questo caso, guardando a quello di cui loro sono stati capaci in passato."

Probabili formazioni:

Chelsea: Cech; Ivanovic, Alex, Carvalho, Cole; Ballack, Essien, Lampard; Kalou, Drogba, Malouda.

Liverpool: Reina; Arbeloa, Skrtel, Carragher, Aurelio; Mascherano, Xabi Alonso; Riera, Gerrard, Kuyt; Torres.

lunedì 13 aprile 2009

GERRARD SI', MOURINHO NO

GERRARD CE LA DOVREBBE FARE
Il capitano del Liverpool dovrebbe essere disponibile per la partita di Champions League domani sera a Stamford Bridge. Gerrard venerdi' e' stato sottoposto ad un ecografia che ha mostrato un riacutizzarsi dell'infortunio all'inguine che lo aveva gia' tenuto fermo qualche mese fa, e per questo e' stato tenuto a riposo nel 4-0 di sabato al Blackburn. Oggi, Rafael Benitez ha confermato che il trattamento sta dando buoni risultati e si e' detto ottimista. "Steven sta meglio, ha lavorato con il fisioterapista e piu' tardi si allenera - ha detto l'allenatore spagnolo - In seguito ne discuteremo con i dottori, ma di certo il giocatore partira' per Londra con gli altri. La decisione finale sara' presa domani."
Dopo la partita di andata, la situazione per il Liverpool e' troppo problematica per poter rinunciare a uno dei suoi due giocatori migliori, e anche Benitez sembra riconoscerlo: "Siamo sotto tre a uno, e sappiamo che tutto puo' cambiare se Steven scende in campo e gioca al meglio."

TERRY: NON E' VERO CHE I GIOCATORI VOGLIONO MOU
Il capitano del Chelsea ha categoricamente negato che i suoi compagni vogliano il ritorno di Jose Mourinho sulla panchina dei Blues. "Jose e' stato un grande allenatore che ci ha regalato momenti indimenticabili - ha detto Terry - ma ora c'e' un altro alla guida. Mourinho e' un tecnico di massimo livello, e un sacco di giocatori sono ancora in contatto con lui...ma il club ha bisogno di stabilita' e il nuovo allenatore sta facendo benissimo".
Lo "Special One" ha portato al Chelsea due titoli di Premier League consecutivi, oltre a una FA Cup e due Carling Cup, ma Terry e' convinto che ora l'uomo giusto sia Guus Hiddink, e spera che la sua decisione - ripetuta anche la scorsa settimana - di lasciare i Blues alla fine del campionato possa cambiare. "Lui ha un'ottima relazione con Abramovich - ha detto il capitano - Le cose stanno andando molto bene e sono certo che i due avranno altre discussioni. Se continueremo a progredire in questo modo la cosa giusta da fare sara' solo una [far restare Hiddink]. Il nuovo allenatore sta facendo cose fantastiche, ci segue ogni giorno in tutto e mette tutti in riga quando necessario."

domenica 12 aprile 2009

RARA CRITICA DI FERGUSON A RONALDO

Tutto stabile nella lotta per la conquista della Premier League: Man Utd, Liverpool e Chelsea hanno vinto i rispettivi incontri e lasciate invariate le distanze ai vertici della classifica. Dei Reds il successo piu' convincente, un 4-0 al Blackburn con Gerrard in panchina, impreziosito da un gol fantastico di Torres dopo pochissimi minuti. Stesso discorso si sarebbe potuto fare per i Blues, che pero', in vantaggio per 4-0 sul Bolton, decidono di risvegliare le emozioni del pubblico di Stamford Bridge facendo segnare agli ospiti tre gol in otto minuti, dal 70' al 78'. I Trotters hanno poi un paio di occasioni per completare quella che sarebbe stata la rimonta piu' incredibile della stagione, ma il risultato non cambia piu'.

Comunque, i piu' in difficolta' del trio di testa restano i Red Devils, che per la seconda volta di fila hanno bisogno del nuovo boy wonder Macheda per raddrizzare una partita. Questa volta, al 17enne romano basta meno di un minuto: tanto passa dal suo ingresso in campo al 76' al tocco (solo parzialmente fortuito) che devia in rete il tiro di Michael Carrick. In precedenza, un intervento scoordinato di Ben Foster aveva permesso a Kenwyne Jones di pareggiare il colpo di testa iniziale di Scholes.

La tensione e' palpabile nel camp dei campioni in carica: si capisce dalle interviste, dalle risposte difensive, dalle continue polemiche a distanza fra Ferguson e Benitez. Addirittura, il 67enne allenatore ieri si e' lasciato andare a una critica abbastanza aperta su Cristiano Ronaldo, colpevole di aver perso palloni che si sono trasformati in gol degli avversari sia contro l'Aston Villa che col Porto. Il pallone d'oro, che pure con 19 reti stagionali e' il miglior marcatore della squadra, quest'anno non e' riuscito a dominare il campionato come l'anno scorso, e ultimamente ha mostrato sempre piu' segnali di frustrazione per il trattamento riservatogli dai difensori avversari e per quella che il portoghese percepisce come mancanza di protezione da parte degli arbitri.

"Non posso accettare che regali gol agli avversari" ha detto Sir Alex, "Gliene ho parlato, non lo accetto da nessuno. In Europa, se perdi il pallone ci metti parecchio a recuperarlo". Ferguson ha sempre sostenuto i diritti del suo fuoriclasse a essere protetto dagli arbitri, ma ora sembra parlare in termini meno categorici: "A lui sembra sempre di non ricevere protezione adeguata dagli arbitri; io penso che qualche volta abbia ragione, e qualche volta no. Capisco possa essere dura per un giocatore che vuole dare spettacolo, ma bisogna capire che non puo' andare sempre tutto per il verso che vogliamo."

Ferguson sperera' che le sue parole producano una reazione gia' mercoledi': lo United avra' bisogno del miglior Ronaldo per cercare di vincere allo stadio do Dragao, impresa mai riuscita ad una squadra inglese.

Tornando al campionato, da segnalare le tre squadre di coda che sono tutte andate a punti: per il Middlesbrough, in particolare, la vittoria sull'Hull porta una ventata di speranza, e lo stesso si puo' dire per il primo punto conquistato da Alan Shearer sulla panchina del Newcastle. La lotta per evitare la retrocessione si preannuncia tanto tesa ed equilibrata quanto quella per le prime posizioni.

venerdì 10 aprile 2009

VILLA, PRONTI 45 MILIONI DAL CHELSEA

Roman Abramovich, chiaramente ringalluzzito dalla fantastica vittoria di Mercoledi' ad Anfield, ha rassicurato i senatori del Chelsea che quest'estate intende ringiovanire e rinforzare l'organico e che, pur di portare David Villa a Stamford Bridge, la societa' e' pronta ad abbattere il record inglese di spesa per un giocatore, al momento detenuto dal Manchester City con poco meno di 40 milioni per Robinho. La notizia appare sul Guardian, che e' uno dei quotidiani piu' affidabili e meno "bombaroli" in circolazione.

Villa, 27 anni, ha sempre reiterato la sua volonta' di restare al Mestalla, ma la drammatica crisi economica del Valencia potrebbe costringere la dirigenza del club a privarsi dei suoi pezzi piu' pregiati. Villa e' valutato attorno ai 50 milioni, ma alla fine verra' accettata una cifra leggermente inferiore. I vertici societari del Chelsea, da parte loro, hanno espresso la volonta' di rendere il club economicamente indipendente seguendo la strategia del "prima vendere poi comprare", ma, come espresso testualmente dal chairman Bruce Buck, "se ci fosse la possibilita' di acquistare un giocatore appropriato il cui costo non puo' essere coperto da altre entrate, i fondi verrebbero messi a disposizione dal proprietario [Abramovich]".

L'impressione e' che l'entusiasmo del magnate russo si sia notevolmente rinvigorito con l'arrivo di Hiddink e le recenti vittorie. Il tecnico olandese, pero', continua a ripetere di voler tornare a dedicarsi solo alla nazionale russa finito il campionato, e se cosi' sara', la panchina sara' un'altra importante questione da risolvere in estate. Non e' piu' un mistero che la prima scelta di Abramovich sia Ancelotti, e ci sono gia' stati contatti fra rappresentanti dell'allenatore italiano e della societa' londinese. Chiunque arrivera', comunque, difficilmente sara' dispiaciuto all'idea di trovare un David Villa in piu' fra i suoi nuovi giocatori...

Nel frattempo il Manchester City, altro corteggiatore dichiarato dell'attaccante spagnolo, dopo l'ennesima brutta partita in trasferta vede allontanarsi le semifinali di Coppa Uefa. Ad Amburgo, contro alla squadra allenata dall'ex-Spurs Martin Jol, i Citizens cominciano alla grande e dopo 35 secondi sono in vantaggio grazie a una combinazione Ireland-Robinho conclusa dall'Irlandese. Ma poi e' il solito City da trasferta, che si fa schiacciare e va al riposo ancora sull'1-1 solo grazie al sempre provvidenziale Shay Given. Stessa musica nella ripresa: i tifosi spingono la squadra di casa, che passa su rigore e infine fissa il 3-1 finale con Guerrero a 10 minuti dal termine. Tutto in salita per Mark Hughes e i suoi nel ritorno allo stadio Eastlands, ma attenzione a fare pronostici o a dare i Blu per spacciati: nel bene o nel male, questa e' una squadra capace di tutto.

Brevi sulla 32a giornata:
Tutte le squadre impegnate in Champions' League giocano Sabato. Quasi certa l'assenza di Steven Gerrard nella partita del Liverpool contro il Blackburn. Il capitano soffre di un fastidio all'inguine e al 90% non giochera'. Poca chiarezza dai giornali sul rientro: qualcuno sostiene certamente per la sfida Champions di Martedi', altri non prima di una decina di giorni. Nessuna nuova preoccupazione per Chelsea (in casa col Bolton) e Man Utd (che visita il Sunderland): 3 punti l'obiettivo unico per entrambe le squadre.
Sul fronte Arsenal, Wenger spera' di recuperare almeno uno fra Van Persie ed Eduardo per la partita col Wigan, ma la conferma si avra' solo dopo i fitness test di oggi.
Nella zona bassa, ultima spiaggia per il Middlesbrough: al Riverside arriva l'Hull, e 3 punti sono assolutamente indispensabili per il Boro, gia' distante 5 lunghezze dalla zona salvezza. Anche il Newcastle, che visita lo Stoke, deve assolutamente fare risultato. Stesso discorso per il sempre pericolante Portsmouth, che riceve il West Brom fanalino di coda (la classifica)

giovedì 9 aprile 2009

ANALISI DELLE INGLESI IN CHAMPIONS

Chi sale...

CHELSEA

Grande rivincita per i Blues e il suo allenatore, che hanno messo spettacolarmente a tacere quanti (e mi ci devo mettere anch'io) si dicevano convinti che la loro stagione fosse destinata alla mediocrita'. E' stato il trionfo di Hiddink, che ci ha mostrato cosa possa ancora fare il Chelsea quando e' in forma, e come battere un genio della tattica come Benitez a casa sua e con le sue stesse armi. L'esempio migliore e' stato il controllo di Gerrard: l'allenatore olandese si e' servito dell'eccezionale Essien per guardarlo a uomo e annullarlo, e la mossa e' stata un successo totale.

Anche per il patron Abramovich la vittoria sul Liverpool sa di rivalsa: la decisione di cacciare Scolari a Febbraio era sembrata frettolosa, ma se pensiamo a ieri sera tenendo a mente che il Brasiliano non aveva ottenuto neppure una vittoria in cinque scontri contro le altre Big Four (Arsenal, Liverpool, Man Utd), possiamo concludere che il magnate russo capisce molto piu' di calcio di quanto pensassimo.

Nel calcio non si puo' mai dire (questa stagione ne e' un buon esempio..) e mi astengo volentieri dal presentarla come certezza, ma sarebbe una sorpresa di grossissime proporzioni se a questo punto il Chelsea dovesse fallire l'accesso alle semifinali. Il problema per i Blues e' che stessa cosa si puo' dire per l'impressionante Barcellona: per quanto visto al Camp Nou, e' lecito sostenere che per arrivare alla finale a Roma Terry e compagni avranno bisogno di prestazioni ancora superiori a quella di ieri sera. Il lavoro di Hiddink si fa sempre piu' impegnativo.

Inoltre, il prezzo da pagare per il successo, in questa fase della stagione, e' un calendario particolarmente pieno e difficoltoso: per i Blues, l'idea di dover affrontare il Barcellona due volte oltre a Bolton, Liverpool, Arsenal, Everton, West Ham, Fulham e ancora Arsenal nei prossimi 30 giorni e' eccitante e spaventosa al tempo stesso.

ARSENAL
Messi sotto nella prima frazione, dominanti nella seconda: ecco il riassunto della visita dell'Arsenal allo stadio El Madrigal. Il risultato finale e' di quelli che fanno ben sperare per il ritorno: non prendere gol sara' sufficente per approdare alla semifinale.

Imbattuti in Inghilterra da Novembre, apparentemente maturati in Europa e rinforzati dai rientri di Fabregas e Adebayor: il momento e' chiaramente positivo. Ma nonostante il recupero di due dei giocatori piu' determinanti, i problemi per Wenger continuano ad arrivare dall'infermeria: martedi' alla lista degli infortunati si sono aggiunti Gallas e Djourou, due difensori centrali, posizione nella quale i Gunners non sono esattamente ricchi di alternative. Si attendono conferme sulle date di rientro.

La "lista della spesa" di Wenger per quest'estate avra' sicuramente un difensore centrale in cima all'elenco, ma intanto, per continuare l'assalto alle coppe in questo finale di stagione, i Gunners hanno bisogno di un po' di stabilita' a livello di organico.

...e chi scende

LIVERPOOL
Puo' il gran rendimento in campionato diventare un'arma a doppio taglio? Puo' essere solo una coincidenza che la peggiore di tutte le partite delle fasi a eliminazione di Champions sotto Benitez sia arrivata quando per la prima volta il Liverpool e' seriamente in corsa per la Premier League?

Negli anni passati, la fase finale della Champions League era il "tutto per tutto" dei Reds, quest'anno invece e' uno degli obiettivi, e la differenza in motivazione sembra netta. Molti critici oggi puntano il dito sulla famosa difesa a zona che Benitez applica sui calci d'angolo, ma la realta' e' che in occasione di entrambi i suoi gol Ivanovic ha semplicemente mostrato maggior determinazione di Alonso, Skrtel e Gerrard.

Una sconfitta di tali proporzioni, pero', non puo' essere solo figlia della distrazione. Il Chelsea avrebbe potuto segnare 5 o 6 gol, mentre in tutto il secondo tempo Petr Cech non e' stato chiamato a effettuare neppure un intervento decisivo. Il fatto che la marcatura a uomo di Essien su Gerrard abbia apparentemente ridotto a zero le opzioni offensive di Reds deve suonare un campanello di allarme nella testa di Benitez: il contributo di Kuyt e Riera negli 80 minuti finali e stato praticamente nullo, e la necessita' di aggiungere qualita' sulle fasce non e' mai sembrata piu' ovvia.

MANCHESTER UNITED
Ancora non e' chiaro se la crisi dello United restera' un calo passeggero o se si trasformera' in una di quelle cadute spettacolari che rovinano 8 mesi di lavoro. Quello che e' certo, pero', e' che qualcosa ha smesso di funzionare.

In un'intervista di oggi, Vidic ha ammesso che il record di imbattibilita' in campionato e l'idea di poter vincere ogni trofeo disponibile hanno probabilmente creato eccessiva sicurezza nelle menti dei giocatori. Questo aspetto e' certamente parte del problema, cosi' come le assenze di un paio di giocatori la cui importanza e' stata dimenticata nel periodo delle vittorie inarrestabili: Wes Brown e Owen Hargreaves.

Brown e' tranquillamente uno dei giocatori piu' sottovalutati della Premier, con la sua abilita' di operare efficacemente sia come terzino che come centrale. Sia Gary Neville che O'Shea sono stati impiegati come "tappabuchi", ma la sicurezza offerta e' stata di gran lunga inferiore a quella di Brown, il cui apporto come centrale d'emergenza, ad esempio, fu decisivo per battere il Chelsea nella corsa al titolo 2006/07.

Hargreaves, comprato dal Bayern due anni fa per non meno di 20 milioni, quest'anno ha giocato appena 115 minuti in campionato e non mette piede in campo dal 21 Settembre. Il suo infortunio al ginocchio e' uno di quei misteri di cui si sa sempre meno, ma quello che e' certo e' che nessuno dei centrocampisti dello United possiede l'intelligenza tattica e le formidabili capacita' di incontrista di Hargreaves. Carrick ha fatto un'ottima stagione ma sembra eccellere solo quando la squadra e' in grado di dominare, Fletcher e' affidabile ma abbastanza limitato, mentre Anderson e Scholes quest'anno sono sembrati in declino (preoccupante nel caso dell'appena 21enne Brasiliano). Quest'estate Ferguson avra' bisogno di buone notizie dall'infermeria, o il ritorno sul mercato sara' inevitabile.

Nell'immediato futuro, lo United deve assolutamente evitare un altro scivolone nel week-end e poi pensare ad andare a strappare la qualificazione in Portogallo. Siamo nella fase della stagione dove ogni partita e' piu' importante della precedente, e tre punti Sabato a Sunderland sono assolutamente necessari anche come stimolo per la visita allo stadio do Dragao, dove nessuna squadra inglese ha mai vinto.

mercoledì 8 aprile 2009

LIVERPOOL-CHELSEA, STORIA RECENTE

Stasera, Liverpool e Chelsea si incontrano nella Champions' League per la quinta stagione consecutiva. Diamo un'occhiata a quello che e' successo nei quattro scontri precedenti...

2004-05: SEMIFINALI
Il primo scontro della serie e' anche il piu' controverso. I Blues arrivano alla semifinale da favoriti: alla prima stagione con Jose Mourinho stanno dominando il campionato e anche in Europa vanno alla grande, avendo vinto il gruppo e sbattuto fuori Barcellona e Bayern nei due turni precedenti. Il Liverpool, invece, ha bisogno di un'invenzione di Gerrard nei minuti finali dell'ultima partita dei gruppi contro l'Olympiakos per qualificarsi. Nei quarti fa fuori la Juve, ma sono ancora in pochi a pensare che i Reds possano arrivare alla vittoria finale.

L'andata a Stamford Bridge e' una partita chiusa e noiosa, e non sara' l'ultima fra queste due squadre...Si va al ritorno con uno 0-0. Ad Anfield, l'episodio chiave avviene al 5': Luis Garcia insacca, o meglio riesce appena a far superare alla palla la linea di porta. Oltre a tutti i Reds e loro tifosi, questa e' l'opinione anche dell'arbitro Lubos Michel, che convalida la rete. Ovviamente Mourinho e i Blues sostengono la tesi opposta, e l'episodio viene battezzato "Il gol che non fu mai". Il risultato non cambia e a Istanbul va il Liverpool, che sollevera' la coppa dopo la finale piu' pazza della storia della competizione.

2005-06: FASE A GRUPPI
Col Liverpool vincitore della Coppa ma fuori dalle prime quattro in camponato, per la prima volta cinque squadre Inglesi prendono parte alla competizione (anche se l'Everton si fermera' ai preliminari), e questo consente incroci fin dalla prima fase.

La prima partita e' ad Anfield il 28 Settembre, e si conclude in uno 0-0 povero di emozioni. Lo "spettacolo" e' replicato 9 settimane dopo a Londra, con le squadre che si accontentano di un punto che e' sufficente a qualificarle entrambe al prossimo turno. Nessuna delle due pero' avanzera' oltre: il Liverpool sara' eliminato tanto sorprendentemente quanto nettamente dal Benfica, mentre il Chelsea subira' la rivincita del Barcellona, poi vincitore della coppa.

2006-07: SEMIFINALI
Altro scontro nella fase caldissima del torneo. I Blues, dominatori in patria con due scudetti consecutivi sotto la guida di Mourinho, cercano la consacrazione continentale, mentre il Liverpool di Benitez, ancora troppo incostante per puntare seriamente alla Premier League, ha ormai una solida reputazione di squadra da evitare in campo europeo.

Ancora una volta, non e' esattamente un concentrato di emozioni, ma almeno la rete si gonfia in entrambe le occasioni. A Stamford Bridge e' Joe Cole a decidere la partita, ma al ritorno una punizione di seconda di Daniel Agger ristabilisce immediatamente la parita'. Il risultato non cambia piu' e anche la mezz'ora di extra time non porta colpi di scena. Si va quindi ai rigori, dove Pepe Reina conferma la sua fama di penalty saver e mette Kuyt in condizione di insaccare il pallone che regala ai Reds la seconda finale in tre anni (tutti i rigori). Ad Atene, pero', sara' il Milan a vendicare la beffa di due anni prima.

2007-08: SEMIFINALI
Un anno dopo, Blues e Reds si ritrovano a giocarsi un posto in finale di Champions' League per la terza volta. In panchina, Mourinho e' stato sostituito dal sottovalutato Avram Grant, che raggiunge le ultime quattro anche grazie a un sorteggio benevolo (Olympiakos e Fenerbahce le avversarie nei turni precedenti). Il Liverpool, che nel frattempo ha aggiunto Fernando Torres al suo arsenale, conferma invece il suo status di squadra regina di Champions con belle vittorie su Inter e Arsenal.

Questa volta si comincia ad Anfield. Kuyt porta in vantaggio i padroni di casa e la partita sembra destinata a finire senza altre reti. In pieno recupero, pero', un momento di follia di Riise annulla il vantaggio dei Reds.

Al ritorno le parti si invertono: prima Drogba manda Stamford Bridge in estasi, poi un guizzo di Torres rimette i suoi in corsa. Si va ai supplementari. Un'ingenuita' di Hyypia regala il rigore che Lampard trasforma, prima che Drogba trovi un'altra zampata per chiudere definitivamente la partita e regalare al Chelsea la prima finale di Champions' League della loro storia.

Al terzo tentativo, finalmente i Blues si liberano dello spettro del Liverpool e accedono alla finale, che pero' per Terry e compagni finira' in lacrime.

martedì 7 aprile 2009

PREVIEW CHAMPIONS: COMINCIANO ARSENAL E MAN UTD

L'unico quarto di finale di Champions' League senza squadre inglesi - il comunque interessantissimo Barcellona-Bayern - e' in programma domani assieme al solito derby europeo Chelsea-Liverpool. Oggi, quindi, tocca ai campioni d'Europa in carica e ai finalisti del 2006.

VILLARREAL - ARSENAL

E' una ripetizione della semifinale del 2006 quando gli Spagnoli, dopo aver eliminato l'Inter nei quarti, persero 1-0 a Londra e al ritorno non riuscirono a segnare, condannati anche da un rigore sbagliato da Riquelme.

Le speranze del Villarreall hanno sofferto un duro colpo nel fine settimana: Santi Cazorla, il playmaker e loro miglior giocatore della stagione, ha subito un serio infortunio e stara' fuori per il resto della stagione. La creativita' sara' quindi nelle mani dell'ex-Gunner Pires e del veterano Ibagaza, nessuno dei quali pero' e' in grado di offrire la pericolosita' e varieta' di gioco di Cazorla.

A condurre il centrocampo degli Spagnoli sara' Marcos Senna, che dovrebbe tornare a disposizione dopo aver saltato l'inaspettata sconfitta di campionato con l'Almeria. Il 32enne di origini brasiliane, pero', quest'anno non e' ancora riuscito a essere dominante come agli ultimi Europei.

Davanti, Nihat e Giuseppe Rossi formano una coppia molto pericolosa ma un po' leggera (sara' in panchina il piu' imponente Llorente) e la difesa e' se non altro incostante: da un lato ha gia' subito 40 gol in campionato, dall'altro e' pero' riuscita a conservare un doppio clean sheet contro il Manchester United nella fase a gironi.

Per l'Arsenal ancora indisponibile Van Persie, mentre Arshavin non puo' essere selezionato in coppa. Ci saranno invece Walcott e Nasri, che hanno superato piccoli fastidi. Sara' da vedere se Wenger si affidera' a un 4-4-2 classico con Bendtner e Adebayor davanti, o se riproporra' il 4-2-3-1 visto nella vittoria di Sabato. La seconda ipotesi ci sembra la piu' probabile.

Probabile formazione: Almunia; Sagna, Gallas, Toure, Clichy; Song, Denilson; Walcott, Fabregas, Nasri; Adebayor.

MANCHESTER UNITED - PORTO

Archiviata l'incredibile vittoria di Domenica, Alex Ferguson ha fatto di tutto per minimizzare la qualita' e l'importanza del gol di Macheda, probabilmente per preservare l'umilta' del ragazzo. Ad ogni modo, il 17enne romano difficilmente si sentira' di essere diventato il nuovo Cantona, soprattutto se, come forse stasera, si ritrovera' tagliato fuori anche dalla panchina dei Red Devils. In campo andranno Tevez e Rooney (Berbatov e' infortunato) e teoricamente il posto di attaccante panchinaro dovrebbe spettare al pur giovane ma piu' esperto Danny Wellbeck.

Comunque, le vere preoccupazioni di Ferguson saranno altre: Vidic rientra ma sara' privo del compagno abituale Ferdinand, la cui schiena continua a dare problemi. La difesa dello United, che domenica ha mostrato notevoli incertezze, dovra' stare molto attenta perche' il porto ha un potenziale offensivo alquanto temibile: negli ottavi di finale contro l'Atletico Madrid, i Portoghesi hanno schierato assieme in attacco Lisandro Lopez (gia' 6 gol in Champions), Cristian Rodriguez e nientepopodimeno che Hulk, il cui nome ne riflette bene le caratteristiche (pensate ad un altro Julio Baptista, ma piu' aggressivo).

Anche il centrocampo e' solido, con "El Comandante" Lucho Gonzalez a dirigere le operazioni dalla destra di una linea compatta di tre centrali. Il punto debole sembra invece essere il portiere Helton, protagonista negli ottavi di una papera stile-Gomes (non ce ne vogliano i tifosi del Tottenham).

Lo United e' sempre a caccia della quadruple, ma attenzione a dare per scontato il passaggio alle semifinali: il Porto puo' essere una squadra pericolosissima.

Probabile formazione: Van der Sar; O'Shea, Evans, Vidic, Evra; Ronaldo, Carrick, Scholes, Park; Rooney, Tevez.