mercoledì 15 aprile 2009

QUANDO IL PALLONE E' DIVERTIMENTO PURO

Un appassionato di calcio si autodefinisce tale quando ha alle spalle anni, o piu' probabilmente decenni, di osservazione dello sport in diverse varianti. Se qualcuno ci presentasse il conto delle ore che abbiamo passato guardando ventidue uomini (o donne) che corrono dietro al pallone, sia attraverso lo schermo che dal vivo, ci accorgeremmo che e' stata una discreta fetta del nostro tempo libero. E come potrebbe essere altrimenti? Il calcio, lo sappiamo, non e' mai fuori posto. Tutto cio' che e' pallone ha un suo potenziale valore come spettacolo visivo: la partita del campionato messicano alle tre del mattino di una notte insonne, la sintesi dell'incontro di serie A che abbiamo gia' visto quattro volte, anche le qualificazioni dell'under 17 che "chissa' se viene fuori qualche campione".

Questa assunzione di pallone sotto varie forme crea in ciascuno di noi una specie di saggezza calcistica, presunta o reale: da un lato pensiamo di poter prevedere l'andamento di una partita o i giocatori determinanti piu' accuratamente della maggior parte della gente, dall'altro ci sentiamo talmente temprati, talmente abituati a colpi di scena sportivi che nulla ci puo' davvero sconvolgere.

A volte, pero', l'unica soluzione possibile e' ammettere che non ci si era immaginati un quarto della realta', che si e' stati colti di sorpresa e che ancora una volta una partita di calcio ci ha tenuto con gli occhi incollati allo schermo senza la minima idea di cosa sarebbe potuto accadere nel minuto seguente. E' questo il caso di ieri sera.

L'accoppiamento Liverpool-Chelsea e' stato salutato in Inghilterra da cori di sbadigli. Quattro anni consecutivi di scontri caratterizzati da monotonia cronica con occasionali momenti di emozione hanno reso tutti molto scettici sul potenziale di questa sfida. E invece, dopo un match d'andata gia' ricco di episodi e gol, il ritorno e' stato semplicemente una delle partite piu' eccitanti e coinvolgenti della storia della Champions' League. Prima di quest'anno, il computo di gol nelle sfide europee fra le due squadre (supplementari esclusi) era di sette reti totali in settecentoventi minuti di gioco; ieri, i nostri occhi increduli ne hanno potute ammirare otto in novanta.

E' stato uno spettacolo assoluto. I due gol del Liverpool nel primo tempo hanno subito riportato in bilico la qualificazione; anzi, conoscendo i Reds versione europea, la sensazione era che avrebbero proprio fatto il colpaccio. Ma ecco l'intervento di Hiddink, che butta dentro Anelka dopo solo 35 minuti (il Francese produrra' due assist) e - come da lui raccontato oggi - nell'intervallo perde le staffe e aggredisce verbalmente i suoi giocatori. Conseguenza? I Blues tornano in campo ri-trasformati nella squadra implacabile dell'andata, e in mezz'ora piazzano un uno-due-tre alla Mike Tyson dei tempi d'oro. A un quarto d'ora dal termine il vantaggio totale di Lampard e compagni e' sei a tre, e tutto cio' che sembra rimanere e' un certo dispiacere misto a rispetto per i valorosi sforzi del Liverpool.

Ma e' tutt'altro che finita, e l'ultimo quarto d'ora consegna definitivamente la partita al folklore del calcio europeo. La sostituzione di Torres sa di bandiera bianca da parte di Benitez, ma i suoi giocatori hanno altre idee, e all'ottantesimo segnano due gol in tre minuti per riportarsi a un sola rete dal completamento della rimonta piu' clamorosa della storia della Champions' League. A questo punto, non si puo' non essere consapevoli di stare guardando qualcosa di eccezionale, e l'unica cosa che resta da fare e' rimanere seduti con occhi spalancati in attesa del prossimo colpo di scena, che arriva infatti al 90'. L'ultima firma su questa folle storia e' di Frank Lampard, che dopo una partita sfiancante trova ancora la freddezza di infilare la palla di prima poco sotto l'incrocio dei pali.

Sei degli otto gol - possiamo escludere il rigore e il tiro da fuori deviato - sono stati di alta qualita': punizioni di rara precisione o potenza, scambi di prima, guizzi da goleador di razza...un vero catalogo su come gonfiare ripetutamente la rete e mandare a casa i propri tifosi piu' vecchi di dieci anni. Non ce ne vogliano i puristi, che oggi preferiscono etichettare lo show di ieri come un insieme di errori difensivi e sbilanciamenti tattici: abbiamo ammirato due squadre spregiudicate, coraggiose, che non hanno e non avrebbero mai mollato, e hanno mostrato quale sia l'anima bella dello sport che amiamo. I tifosi di Chelsea e Liverpool devono sentirsi ugualmente orgogliosi: sono partite come questa che rendono il calcio immortale.

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